A tal fine, vi propongo e traduco un'interessante email circolata nei giorni scorsi nelle trading room usa:
Lista di Reazioni a Dati Macroeconomici e Annunci sui Mercati:
dati deboli = la fed abbasserà i tassi, i mercati azionari saliranno;
dati in linea con le attese = minore volatilità, i mercati azionari saliranno;
dati al di sopra delle attese = l'economia si rafforza, i mercati azionari saliranno;
una banca ha perso 4 miliardi di dollari = le cattive notizie sono finite, i mercati azionari saliranno;
il petrollio sale = buone notizie per le aziende energetiche, i mercati azionari saliranno;
il petrolio scende = buone notizie per i consumatori, i mercati azionari saliranno;
il dollaro crolla = buone notizie per le multinazionali, i mercati azionari saliranno;
il dollaro recupera = l'inflazione scenderà, i mercati azionari saliranno;
l'inlfazione aumenta = i prezzi di tutti i cespiti saliranno, i mercati azionari saliranno;
l'inflazione scende = migliora la qualità dei profitti,, i mercati azionari saliranno.
A questa divertente e anche molto vera email, si aggiunge la totale inesattezza delle ipotesi riguardanti la discesa di giovedì presentate nell'analisi di ieri mattina. Come ricorderete, avevamo elencato i rincari del petrolio e le dichiarazioni in probabile rialzo dei tassi della BCE, come le più probabili tra le varie possibili cause del pesante ritracciamento. La seduta seduta di venerdì ha completamente smentito queste ipotizzate ragioni: il petrolio è andato a $ 84, i mercati europei tra giovedì e venerdì hanno mostrato una pressoché totale indifferenza alle dichiarazioni della BCE e insieme tutti i mercati azionari hanno messo a segno un recupero nell'ultimo giorno della settimana, che smentisce le due ragioni.
Dato che non c'è due senza tre, ieri sera io stesso ho pubblicato una risposta ad un commento che conteneva un'informazione inesatta, sulla ragione dei recuperi, ascoltata poco prima alla radio e, per mia colpa, non verificata come si deve sempre fare.
La notte porta consiglio e stamane mi sono alzato, dopo aver probabilmente riflettuto inconsciamente su questa sequenza di eventi, con una piena comprensione di quanto accaduto. In sintesi, siamo nuovamente in un periodo di sostanziale normalità, lo dimostra il fatto che le fonti di informazione sono completamente in balia di interpretazioni sempre più spesso improvvisate, cosa che durante la crisi estiva risultava meno probabile poiché le cause della discesa erano chiare e sotto gli occhi di tutti. Certo, rimaneva la solita superficialità nell'analisi della crisi, ma almeno a livello di motivazioni delle continue discese dei mercati si notava un'uniformità che oggi manca.
Insomma, il ritorno alla normalità è caratterizzato dal fatto che nessuno ci capisce più niente, o meglio pochi sanno quello che sta realmente accadendo e quegli stessi occhi gestiscono anche le informazioni da presentare al grande pubblico tramite i mezzi di comunicazione, i quali spesso popolati da giornalisti che, a mio avviso anche giustamente, non sono degli esperti e non si preoccupano di avere una preparazione approfondita sui temi di cui parlano. Dico giustamente, perché ho già espresso la mia convinzione secondo la quale gran parte dei giornalisti finanziari devono semplicemente riflettere i sentimenti e quindi i pensieri del grande pubblico non avendo il ruolo, che spetta ad altre fonti di informazione, di approfondire le tematiche con maggiori competenze.
Detto questo, credo sia giusto per noi trader e investitori tornare ad utilizzare prevalentemente gli strumenti tipici dell'analisi tecnica, uniti a quelli preziosissimi del Market Profile, che ritengo in periodi come questi essere l'unico mezzo che abbiamo per poter fornire ciò che vediamo sui mercati quel grado di trasparenza necessario per arrivare a quei giudizi obiettivi, che sono sempre il nostro scopo primario.
Ecco quindi che, come durante la crisi d'agosto scrivevo che a mio avviso, dati i continui interventi esogeni, gli strumenti tipici dell'analisi tecnica avevano una limitata utilità, credo che oggi siano tornati alla loro piena validità, grazie al fatto che i mercati hanno ritrovato una normalità che nei mesi estivi si era persa del tutto. Ovviamente è necessario tenere sempre presente il quadro di insieme anche a livello di notizie macroeconomiche, ponendole tuttavia in secondo piano rispetto all'analisi dei movimenti dei prezzi e del valore.
Terminata la lunga premessa, partiamo con l'analisi di quanto accaduto nelle ultime giornate. Cominciando con la seduta di venerdì, vi propongo subito un grafico riferito al future S&P 500 (ES), che mi aiuterà nella spiegazione di quella che è la mia personale idea su quanto accaduto nelle ultime due giornate borsistiche.
Come risulta in modo inequivocabile del grafico, c'è la volontà di mantenere il mercato su livelli elevati per presentare rendimenti decenti nell'ultimo quadrimestre, dove si decidono il bonus di fine anno dei gestori, parallelamente i prezzi elevati sono un'occasione per scaricare sul mercato gran parte degli inventari a condizioni vantaggiose, inventari che avevano subito notevoli deterioramenti nel valore durante la crisi estiva. È ovvio che tutto ciò risulta possibile proprio grazie ai continui e ripetuti interventi che le banche centrali hanno messo in campo ogni qualvolta i mercati azionari fossero in crisi, evitando così agli investitori istituzionali e ai gestori dei fondi hedge di pagare per l'eccessiva assunzione del rischio cui si erano esposti.
La falsa rottura dei massimi storici avvenuta giovedì da parte dell'S&P 500 future, che aveva mancato di confermare la stessa rottura avvenuta il venerdì precedente per quanto riguarda il sottostante (quindi l'indice S&P 500 cash) è emblematica, poiché mostra come si sia creata l'euforia sufficiente e quindi il volume di acquisti che permettesse di scaricare con violenza, e questo si nota dai volumi della seduta di giovedì nettamente sopra la media di questi giorni, in gran parte degli inventari sugli acquirenti meno informati (anche grazie alla continua complicità delle fonti di informazioni che per ignoranza, non direi neanche connivenza, contribuiscono a tenere alto l'interesse dei compratori).
La seduta di venerdì ha poi proposto il recupero, avvenuto su volumi notevolmente più bassi, che mostrano come la sola analisi dei prezzi non sia sufficiente per ottenere il giusto grado di informazione. Recupero facilmente attuabile dalle cosiddette mani forti, poiché possono riacquistare parte degli inventari appena liquidati a prezzi più favorevoli, in modo da riportare gli stessi prezzi verso l'alto ed eventualmente ripetere il gioco. Secondo me, altamente probabile che tutto questo ci accompagni almeno fino a Natale, in modo da permettere ai gestori di incassare i loro bonus. E' quindi probabile pensare, che solo a partire dal nuovo anno avremo modo di vedere ciò che realmente accadrà ai mercati.
Tutto questo, che lo ripeto è solo il mio pensiero di questo momento, non significa che nuove discese sono imminenti, poiché le stesse sarebbero comunque evitate da nuovi interventi delle banche centrali, almeno fin quando la crisi creditizia non sarà realmente risolta e non presenterà rischi di recessione per l'intera economia. Lo ricordo ancora, è altamente probabile che nessuno abbia intenzione di assumere considerevoli posizione al ribasso in questo scenario. Don't fight the fed.
I ribassi che vediamo sono quindi probabilmente una mera liquidazione degli inventari (long liqiudation), piuttosto che l'apertura di nuove posizioni short. Aiutiamoci con l'analisi dei Market Profile, che ci mostrano chiaramente questo assunto.
Analizziamo insieme la figura sopra, riferita ai Market Profile dell'Eurostoxx 50, che ricorderete avevamo proposto anche settimana, poiché molto equilibrati. In particolare, i profili del 9 e 10 ottobre sono gli ultimi della congestione mostrata nell'analisi della mattina dell'11 (qui potete rivedere il grafico postato quel giorno).
Giovedì è stata la giornata che si è conclusa con un notevole ribasso, che ha seguito il raggiungimento dei massimi storici da parte dell'S&P 500 future (ES). C'è stata quindi una rottura dell'area di congestione rivelatasi poi falsa poiché la chiusura avvenuta all'interno della stessa. Come si osserva chiaramente, malgrado i ribassi della seduta, l'area del valore (value area rappresentata dalla barra verticale rossa) è risultata comunque più elevata di quella di mercoledì 10. Si osserva nello stesso profilo riferito a giovedì 11, la parte in alto notevolmente ingrossata, che ci mostra una relativamente scarsa convinzione dei venditori, che sono quindi entrati nel mercato reagendo lentamente ai nuovi prezzi più elevati, causati dalla rottura al rialzo dell'area di congestione dei quattro giorni precedenti.
Spero di riuscire ad essere sufficientemente chiaro, in pratica, la rottura al rialzo e quindi prezzi più elevati possono attirare sul mercato nuovi acquirenti, se la rottura è valida. Ciò risulterebbe in un profilo allungato (magro) verso l'alto, cosa che giovedì non è avvenuta, malgrado il record al rialzo stabilito dall'ES. La discesa che ne è seguita, non è riuscita a riportare in basso il valore, quindi i prezzi più bassi sui quali si è conclusa la giornata di giovedì non sono stati confermati da un valore più basso.
Arrivando alla seduta di venerdì 12, si osserva come la discesa verso la parte bassa dell'area di congestione durata fino a mercoledì 10, abbia invece scatenato una decisa entrata sul mercato degli acquirenti che ha riportato i prezzi verso l'alto, causando il recupero cui abbiamo assistito nell'ultimo giorno della settimana. Ciò è mostrato chiaramente dal profilo di venerdì 12, nella coda (parte magra in basso) che mostra un comportamento antitetico rispetto a quello di giovedì mattina sui livelli di prezzo elevato. Ciò indica che ad una scarsa convinzione dei venditori, sui prezzi elevati, corrisponde un'estrema sicurezza dei compratori sui prezzi inferiori.
Se quindi i compratori non entrano sul mercato quando i prezzi sono alti, ma con una certa cautela a prezzi elevati hanno corrisposto nuove vendite, gli stessi compratori si mostrano estremamente decisi quando i prezzi sono bassi.
Da queste considerazioni, si può dedurre come le discese di cui abbiamo assistito giovedì e i recuperi di venerdì, anche grazie all'analisi dei volumi, mostrino quei ribilanciamenti negli inventari degli investitori istituzionali di cui ho parlato sopra.
Un'ultima considerazione, viene dal fatto che sempre nella seduta di venerdì, caratterizzata da un recupero che ha portato i prezzi più in alto si è visto il valore (value area) diminuire, anche se rispetto alla seduta di mercoledì 10 lo stesso valore è risultato più elevato. Quindi si può concludere che l'effetto netto sul valore, concetto molto più importante dei prezzi, delle due giornate antitetiche di discesa e risalita è stato quello di un accrescimento dello stesso, che dimostra come la tendenza di fondo al rialzo sia quella prevalente, come risulta abbastanza naturalmente dalle considerazioni sui bonus da un lato e dalla certezza degli interventi delle autorità monetarie in casi di ribassi corposi.
Per la settimana prossima si tratterà di vedere se i mercati riusciranno effettivamente uscire da quell'area di congestione, falsamente rotta giovedì mattina come si vede dal primo grafico postato in alto relativo all'ES, che rimane il contratto di riferimento per tutti coloro che seguono gli indici azionari e le azioni.