04 febbraio, 2007

Quanto durerà il rialzo?

In queste settimana ho avuto modo di notare come in molti si lamentino della relativa stranezza del rialzo in corso e di come sia dovuta una correzione di qualche tipo. Alcuni arrivano a prevedere un crollo imminente, che porterà il mercato a perdite consistenti (esempio video qui sotto dal minuto 4:00 fino al 4:30):



Innanzitutto tengo a precisare ancora una volta come il profste blog NON faccia previsioni di alcun tipo. Quindi con questo post non intendo sostenere che il rialzo durerà, ne tantomeno che siamo vicini al crollo. Come sempre mi limito ad osservare il mercato e registrare ciò che accade, anche per questo motivo il mio trading è di breve periodo, dato che è già difficile interpretare cosa farà il mercato di qui a cinque minuti, figurarsi prevedere cosa accadrà tra tre mesi, un anno o più. Tutto il metodo e la filosofia del profste blog si basa sulla convinzione che fare previsioni sia lesivo dell'obiettività, perché automaticamente nel momento in cui ci si schiera perdendo la lucidità di giudizio, si introducono elementi emotivi i cui effetti possono essere pericolosi.

E', in ogni caso, abbastanza normale che in periodi come questo, di rialzi continuati, vi sia da un lato la paura alimentata dall'ancor recente crollo delle borse nel 2000 per cui in molti non si fidino più del rialzo, dopo essersi scottati da relativamente poco tempo, dall'altro vi è una serie di ragioni psicologiche che elencherò più avanti.

Andiamo con ordine. Innanzitutto vediamo cos'è accaduto nel 2000 in questo grafico settimanale del nostro S&P MIB (ricavato con un'interpolazione per permettere il confronto con il livello di oggi dato che allora non esisteva).



Il grafico mostra come nel periodo precedente il crollo, che va dalla fine di ottobre 1999 al marzo del 2000 l'indice S&P MIB abbia guadagnato 27000 punti in poco più di 7 mesi. Notare la ripidità del trend e la spaventosa accelerazione subita in quei mesi precedenti il crollo.

Veniamo alla situazione odierna:




Si osserva come lo stesso indice abbia guadagnato dal marzo 2003 al febbraio 2007, quindi in 4 annni circa, solo 23000 punti. Ora, non serve conoscere l'analisi tecnica per trarre le dovute conclusioni. Con questo non voglio dire che il crollo previsto nel filmato non arriverà, ne che il rialzo proseguirà indefinitivamente, ma semplicemente che osservando ciò che è accaduto, anche per semplici ragioni di gravità, la situazione oggi è molto molto diversa da quella del 2000.

Quello cui eravamo davanto allora è uno deii cosiddetti climax, ossia periodi di rialzi estremi, che appunto precedono i crolli e che arrivano alla fine di trend abbastanza costanti. Se ad esempio, da domani iniziasse un'accelerezione o climax, simile a quello del 1999, sarebbe a mio avviso più corretto esprimere elementi di preoccupazione o previsioni negative. Questo perché probabilisticamente è più frequente che i trend finiscano con un climax, che non dopo un procedere relativamente tranquillo e passo passo, come sta accadento oggi (creeping trend). Ripeto è solo più probabile che non vi sia un crollo, non è impossibile! Tutti i ragionamenti che trovate qui sono semplicemente espressi in termini probabilistici (perdonatemi se lo continuo a ripetere).

Veniamo quindi al fatto che molti considerinio assurdo questo rialzo continuato e non riescano a capacitarsene, ossia si aspettino una qualche forma di correzione, anche se magari meno catastrofica di quella del filmato sopra. In particolare se provate a leggere i post che trovate nei molti forum finanziari o anche i post degli altrettanto numerosi blogger finanziari, noterete come vi sia una tendenza a cercare innanzitutto di trovare delle ragioni e spiegazioni a ciò che sta accadendo, così come l'accentuata e diffusa tendenza a fare delle previsioni. Nell'indirizzarvi verso queste fonti ricordate sempre che il 95% delle persone che fa trading lo fa perdendo soldi, nel leggere questi post (anche i miei!), chiedetevi sempre qual'è la probabilità che sia stato scritto da una persona che fa parte del restante 5% o meno.

Ci sono delle ragioni che spingono le persone classificabili come moderatamente esperti (mi riferisco ad esempio ai citati frequentatori dei forum, e ai blogger finanziari, categorie delle quali faccio parte anch'io) alle tendenze (spesso autodistruttive) a fare previsioni o peggio a prendere posizioni contrarie al trend dominante: ad esempio in questo momento, dove il trend è indubbiamente al rialzo, sono in molti a tentare degli short ossia posizioni al ribasso. Queste persone sono certamente in possesso degli strumenti di analisi tecnica e fondamentale che ormai hanno raggiunto una diffusione enorme, molto più alta che in passato, diffusione che ha modificato profondamente il comportamento dei mercati, portando sulla scena questi nuovi micro operatori, che tuttavia raggiungono numeri elevati e costituiscono il fondamento di molti business basati sul trading.

I motivi sono dovuti in parte all'accumulata esperienza tecnica, che porta il moderatamente esperto alla fase successiva a quella del vecchio protagonista dei borsini e parte integrante dell'ormai dimenticato parco buoi, che ha appunto lasciato spazio al rimodernato parco buoi 2.0, popolato da molte più persone grazie al fenomeno del trading online dove trovano casa i cosiddetti peones del trading online (dei quali, tengo a precisalo di nuovo, faccio parte anch'io). A questo proposito apro una parentesi importante: usare il termine trading online è obsoleto, poiché oggi tutto il trading è prevalentemente online, ossia avviene in via telematica, su scala globale. Le vecchie grida ossia le borse dove gli scambi avvenivano a voce, in quella bolgia affascinante, non esistono quasi più e costituiscono ormai una parte trascurabile del volume totale delle transazioni globali di tutti i mercati, che avvengono in via telematica. Quindi ormai sarebbe corretto parlare trading e basta, non più di trading online. Questo anche se trovo azzeccata la definizione di peone del trading online, nella quale mi riconosco, anche perché mi aiuta molto a tenere i piedi per terra (altra cosa fondamentale in questa professione).

Ecco allora, che cosa accade al peone? Forte della sua (in realtà limitata, ma apparentemente profonda) conoscenza dei mercati pensa: "e no! non mi fregano più! guarda questo indicatore, guarda questo oscillatore, guarda questa trendline, vedi? il rialzo non può continuare! io vado short!". Ovvio che se dovesse verificarsi il ribasso tanto atteso e meglio ancora il crollo, queste persone si troverebbero effettivamente investite da guadagni molto molto consistenti, paragonabili a vincite alla lotteria. Questo però è un altro problema! Non è importante fare il jackpot periodicamente, anche se è ovvio che affascina tutti, quanto cercare di trarre dei guadagni con continuità, in tutte le fasi di mercato e con rendimenti costanti. Niente può essere più diseducativo di un jackppot, perché da lì in poi crederemmo di essere invincibili e ripeteremmo la strategia basata su previsioni simili a quella che ci ha coperto d'oro, senza realizzare che ciò è avvenuto in base al caso e difficilmente si ripeterà, portandoci a perdere tutto il favoloso guadagno e probabilmente anche qualcosa in più.

Dico questo con cognizione di causa, perché è un meccanismo che a mio avviso avviene automatcamente dopo un certo livello di esperienza. Lo conosco perché ci sono passato e ho dovuto combattere molto per estirparlo dalle mie abitudini, dopo aver compreso la sua pericolosità. Spero che queste righe possano aiutare qualcun altro ad evitare l'errore, anche perché queste cose stanno scritte in pochi libri sul trading (e io ne ho letti davvero moltissimi).

La tentazione di predere posizioni opposte al trend dominante (questo vale in tutti i timeframe, anche per chi opera intraday) è dovuta anche ad un problema di liquidità e di atteggiamento nei confronti delle occasioni perse. E' ovvio che se io avessi preso una posizione al rialzo nel 2003 sull'SP MIB, non avrei problemi a seguire il trend e non starei certo qui a cercare, prevedere e quindi aspettare l'inversione che mi renderà ricco. Se, invece, anche inconsciamente, percepisco l'attuale rialzo come un'occasione perduta, se penso che ormai sia troppo tardi per entrare e quindi ho paura del crollo perché temo che si verificherebbe subito dopo mia entrata, come magari avvenuto nel 2000, non posso far altro che sperare in un inversione, in modo che io possa entrare da subito nel trend al ribasso e godermi tutta la discesa, così come ora sta facendo chi ha una posizione al rialzo, mentre io sono stato lasciato a soffrire nella polvere dal trend che è partito senza di me. Ecco perché siamo circondati da previsoni di crolli imminenti, che arrivano anche da fonti apparentemente più autorevoli dei peones citati sopra. L'altro problema è quello della liquidità, è ovvio che sia più facile entrare in un mercato dove tutti comprano e in pochi vendono, con una posizione al ribasso, dato che troveremo sempre moltissima liquidità essendo uno dei pochi venditori a fronte della maggiornaza dei compratori. Se volessimo entrare nella direzione del trend sarebbe certamente più difficile e ci ritroveremmo a ricorrere il mercato, con conseguente paura di acquistare un minuto prima del crollo. Chiaro no?

Dopo averci sbattuto la testa, con un enorme lavoro su me stesso, perché si tratta di combattere elementi istintivi tipici di come siamo stati abituati a ragionare e che paradossalmente funzionano tanto bene in altri settori (immaginate la caparbietà del cercatore d'oro che prima veniva deriso da tutti ed è poi diventato miliardario), sono riuscito a individuare il problema e a estirparlo: limitandomi a osservare il mercato, in modo oggettivo, a evitare di fare previsioni o parteggiare per l'una o l'altra parte e limitarmi ad agire volta per volta in base a ciò che vedo e senza la pretesa di avere ragione, ma pronto ad accettare gli errori e quinid le perdite come parte integrante di questo mestiere.

Concludo con un altra immagine, che mette a confronto il rialzo di queste ultime settimane, che ha scatenato le previsioni apocalittiche di cui sopra, da parte di coloro che non riescono a spigarsi ciò che avviene e tentano in tutti i modi di trovare delle ragioni logiche a quanto vedono. Il grafico che vi propongo confronta l'andamento dell'S&P 500 per tutta la durata del 1995 (freccia nera), con quello del nostro S&P MIB oggi, in particolare osservate il trend che da quest'estate (agosto 2006) ha visto il mercato salire lentamente (creeping trend), senza correzioni di rilievo. Proprio come accadde nel 1995 all'S&P 500:


Allora il rialzo lento, ma costante, senza climax o accelerazioni, continuò per circa un anno, mentre nel nostro caso l'ultimo rialzo, senza correzioni di rilievo, va avanti, con caratteristiche simili, da poco meno di sei mesi. Ciò significa che sui mercati si è già verificata, l'esempio più recente che ho trovato è quello del 1995, una situazione di un creeping trend, che proseguisse inesorabile per un tempo così lungo. Questo dovrebbe far riflettere tutti noi.

Immaginiamo in quanti anche allora, abbiano atteso l'inversione e continuato a prendere posizioni al ribasso perché non era posssibile che il rialzo proseguisse e immaginiamo quanti soldi sono stati persi nel processo. I creeping trend possono essere quanto di più insidioso e pericoloso ci si può trovare davanti. I motivi dovrebbero a questo punto essere chiari.

Con questo non voglio esprimere previsioni, può darsi benissimo che domani arrivi il tanto temuto a aspettato crollo, ovvero che il creeping trend prosegua fino ad agosto e anche di più, come accaduto nel 1995. I mercati sono per loro natura imprevedibili e per questo, qui sul profste blog, non troverete MAI alcuna previsione, ma solo spunti di riflessione come voleva essere questo lungo (scusatemi) post.