Il tema è di giusta attualità poiché coinvolge il futuro e la serenità di moltissime famiglie italiane, anche se le incertezze sul da farsi sono molteplici.
AGGIORNAMENTO: L'articolo più completo sul tema lo trovate qui. VE NE CONSIGLIO L'IMMEDIATA LETTURA, nel post che segue esprimo solo il mio parere personale.
Da un lato orde di bancari e assicuratori vogliono (giustamente per loro) convincere chiunque gli capiti a tiro che i fondi pensione siano la scelta più giusta e che la stessa scelta sia necessaria entro i termini del 30 giugno 2007.
Le due cose sono quantomeno discutibili, ma andiamo con ordine, iniziando dalla questione importantissima del termine. Entro il 30 giugno 2007 i lavoratori dipendenti dovranno decidere cosa fare della loro liquidazione, o TFR che dir si voglia, scegliendo tra il trasferimento del TFR ad un fondo pensione oppure il mantenimento del TFR stesso nella forma attuale (questo varrà per le competenze maturate dal primo gennaio 2007). Chi non dovesse scegliere entro il termine, si vedrà applicare il cosiddetto (e iniquo) silenzio assenso, ossia acconsentirà implicitamente a trasferire il TFR ai fondi pensione.
Decidere è quindi di fondamentale importanza perché è in gioco il futuro e la serenità di molte famiglie italiane essendo coinvolti circa 11 milioni di italiani.
Cerchiamo allora di comprendere ancor meglio la questione del termine. Se si sceglie di passare ai fondi pensione non si può più tornare indietro, ossia al TFR accantonato dall'azienda in un fondo speciale dell'INPS e si dovrà restare necessariamente con i fondi pensione. Al contrario, chi ora decidesse di mantenere il TFR potrà in futuro passare ai fondi pensione. La prima conclusione che se ne trae è ovviamente quella che non c'è alcuna fretta, a parte l'importanza di comunicare la propria decisione per non incappare nel silenzio assenso. Personalmente, lavorando ogni giorno sui mercati finanziari, so bene i rischi che alcuni investimenti comportano e se avessi la possibilità di avere un rendimento garantito per i soldi della mia liquidazione o pensione non ci penserei due volte: è davvero molto raro, e lo sarà sempre di più, che qualcuno vi offra un rendimento garantito. Per semplificare al massimo il rendimento del TFR è sicuro quello del fondo pensione non è prevedibile.
Vediamo cosa accade ai nostri soldi nel caso si decida di mantenere il TFR nella forma tradizionale. Per legge il TFR ha un rendimento garantito del 75% dell'inflazione più un 1.5% di rendimento fisso, che non è davvero niente male. Per contro, chi scegliesse i fondi pensione, si troverà davanti ad un rendimento variabile e basato sulla performance del fondo, che sarà in ogni caso depurato dei costi di gestione, spesso consistenti e capaci, in alcuni casi, di annullare da soli la rivalutazione della nostra liquidazione. Quanti di noi negli anni passati hanno messo i propri risparmi nei fondi comuni di investimento, che hanno avuto performance troppo spesso inferiori agli indici di riferimento, vedendosi trattenere ogni anno le commissioni di gestione. Inoltre, nessun fondo pensione garantisce il rendimento che invece il TFR lasciato nella forma tradizionale garantisce per legge.
Come spunto di riflessione vi ricordo solo la frase memorabile, pronunciata da Gordon Gekko nella scena dello spogliatoio del Wyatt Club, dove diceva a Bud Fox: "Ti sei mai chiesto perché i gestori dei fondi di investimento non riescono a battere l'S&P500? Perché sono pecore -- e le pecore vengono massacrate."
A questo punto sono chiari i motivi per cui promotori, bancari e assicuratori cercheranno di convincervi della validità della scelta dei fondi pensione, anche loro fanno il loro mestiere e giustamente lo fanno nell'interesse proprio e di chi impiega i loro servizi e la loro professionalità.
In ogni caso sappiate che non c'è alcuna fretta. Decidendo di non passare ai fondi lo si potrà fare comunque più avanti, l'importante sarà quindi comunicarlo per evitare il silenzio assenso.
Personalmente quindi, se avessi questo problema, deciderei di lasciare la mia liquidazione nella forma attuale del TFR e comunicherei entro il 30 giugno 2007 la mia intenzione a proseguire con il TFR vecchia maniera (per non incappare nel silenzio assenso).
Questa ovviamente sarebbe solo la mia scelta personale, a voi consiglio in ogni caso di informarvi il più possibile e di farlo presso fonti non afflitte da conflitto di interessi. Una buona idea potrebbero essere i siti delle associazioni dei consumatori, come quelli dell'ADUC e dell'ADUSBEF. In particolare consiglio a tutti la lettura approfondita di questo articolo sul sito dell'ADUC, che spiega in modo esauriente tutta la problematica.
Qui trovate istruzioni e modulo per mantenere il TFR in azienda.
AGGIORNAMENTI:
Al post sono seguite considerazioni e integrazioni importanti, che trovate qui.
Qui invece troverete un interessante video di Beppe Scienza autore del libro "Il risparmio tradito".