22 novembre, 2007

Analisi Operativa Futures Globale - 22 Novembre 2007

Iniziamo l'analisi di oggi avvisando che, essendo stata indovinata la formula della profste MPA, la stessa non sarà più pubblicata poiché potrete finalmente calcolarla da soli e applicarla a qualsiasi strumento desideriate, ivi incluse le azioni, altri future o indici e persino ai tassi di cambio, a patto che si stabilisca una chiusura ipotetica con il conseguente aggiornamento delle barre giornaliere. Tutti i dettagli sulla formula della profste MPA sono da oggi disponibili sul sito.

Detto questo, prima di analizzare quanto accaduto nella seduta di ieri ricordiamo che oggi è il Thanksgiving day e che quindi le borse statunitensi sono chiuse, si prevede perciò l'assenza della consueta fonte di spunti che, soprattutto nel pomeriggio e sera, condizionano fortemente le borse europee. La stessa cosa è prevista per la giornata di domani, poiché sebbene Wall Street sarà aperta, una buona parte degli operatori sarà lontana dai propri desk e questo porterà a probabili limitati volumi, come si è osservato già nella seduta di ieri. Rinnovo quindi la raccomandazione alla massima cautela doverosa nei periodi caratterizzati da festività.

Nel frattempo, i titoli dei giornali e dei telegiornali continuano con i sensazionalismi sui ribassi da un lato ampiamente giustificati, anche se dall'altro dobbiamo imporci di analizzare la situazione in maniera oggettiva e soprattutto senza farci prendere dal panico. Mi ha molto colpito in tal senso ascoltare ieri pomeriggio una delle più note trasmissioni radio dedicate alla borsa e ai mercati finanziari, dove il conduttore lasciava trasparire il proprio sgomento per le continue discese che, a suo dire, non salvavano nessuno. In particolare mi ha colpito l'intervista che ha fatto al gestore di turno, dalla voce particolarmente giovane e spesso imbarazzata, che parlava dello spazio per un "rimbalzo tecnico".

Sapete bene, come ripetuto più volte su queste pagine, come ritenga che l'informazione economico finanziaria non debba avere il ruolo di fornire analisi attendibili, bensì una mera cronaca degli accadimenti in tal senso il programma rifletteva appieno questa impostazione, registrando anche nella voce del conduttore in modo molto fedele di stati d'animo che probabilmente percorrono gran parte degli investitori. Non si può pretendere che un giornalista economico comprenda i meccanismi che muovono i mercati finanziari, poiché ritengo che il suo mestiere sia un altro: quello del cronista, che come tale deve registrare il sentiment dominante nel pubblico e probabilmente anche il suo livello di conoscenza dei mercati finanziari non deve essere troppo approfondito, proprio per evitare il disinteresse da parte del pubblico, che per definizione ha una conoscenza limitata di quanto accade sui mercati e si allontanerebbe se si facessero analisi eccessivamente approfondite.

Tornando a noi, credo sia doveroso tentare un'analisi più approfondita, proprio perché in quanto trader, non siamo giornalisti (e non potremmo nemmeno diventarlo poiché la legge draghi impedisce ai giornalisti economici e finanziari di detenere posizioni nelle azioni o strumenti finanziari citati nelle proprie recensioni). Il fatto quindi di non poter operare strumenti di cui si parla, rende i giornalisti sicuramente più obiettivi a livello teorico, ma di fatto completamente tagliati fuori dalla possibilità di arrivare ad una reale comprensione della materia oggetto dei loro articoli. Reale comprensione che si può raggiungere solo se dalle proprie analisi dipende buona parte della propria operatività, delle proprie scelte di portafoglio e in ultima analisi della propria redditività.

Insomma, a ciascuno il proprio mestiere e il nostro è quello di cercare di mantenere la massima obiettività e oggettività anche quando dalle radio, tv e giornali si continua a parlare dei famosi miliardi di euro "bruciati" ogni giorno sui mercati finanziari.

In tal senso, continuo a riproporvi il grafico relativo al future sull'S&P 500 (ES) poiché ciò che sta accadendo, non è altro che il naturale procedere verso l'obiettivo dei minimi estivi, iniziato con il movimento al ribasso innescatosi dopo il raggiungimento dei massimi storici.


Come si vede chiaramente nella figura sopra, il mercato si sta comportando in maniera assolutamente "normale", nel senso che sta procedendo nell'assolvimento di quel compito naturale e che corrisponde al test eventuale dei minimi estivi. Sappiamo anche, come dallo stesso test dipenderà l'accettazione o il rigetto dell'ipotesi fatta su queste pagine tempo fa della formazione di un trading range compreso tra i massimi storici e minimi del 16 agosto.

Sempre dal grafico sopra si osserva come i volumi nella giornata di ieri siamo stati estremamente scarsi a causa della festività statunitense di oggi, anche se la stessa cosa non si può dire per le piazze europee dove le discese sono state caratterizzate da volumi in linea con quelli delle giornate precedenti.

A proposito delle piazze europee, voglio riproporvi un'immagine relativa al Market Profile delle ultime tre sessioni che hanno caratterizzato il future sul nostro indice SP MIB.


Come ricorderete, nell'analisi di ieri sottolineavamo come il profilo relativo a martedì 20 mostrasse la tipica forma del rialzo dovuto alla copertura di posizioni short, più che all'apertura di nuove posizioni long. Ciò è risultato chiaramente nella dinamica mostrata dal mercato nella giornata di ieri, dove dopo l'apertura con un gap al ribasso, rimasto poi aperto per tutto il giorno, si è arrivati ad un profilo disegnato a fine giornata che mostrava l'area del valore posizionata più in basso di quelle delle due giornate precedenti, elemento questo che conferma la negatività di ieri e la positività da mero ritracciamento della giornata di martedì che aveva fatto segnare un + 0,6% e come sappiamo è preferibile non guardare mai le percentuali, poiché possono essere estremamente fuorvianti. In tal senso, possiamo comprendere anche uno degli errori alla base dei sopra citati giornalisti economici, che fondano gran parte dei loro commenti proprio sull'osservazione delle variazioni percentuali, approccio giudico corretto, poiché corrisponde esattamente a quello che fa il grande pubblico quando si interessa di borsa e che loro, in qualità di cronisti, registrano fedelmente.

Tornando alla nostra analisi, anche il comportamento del nostro indice rientra in un ambito di "normalità" e questo non preoccupa poiché quello che deve spaventarci sono i comportamenti che si allontanano dalla norma, come quelli cui abbiamo assistito in agosto e settembre a seguito dei numerosi ripetuti interventi sui mercati finanziari da parte delle autorità monetarie, che cambiando le carte in tavola rendevano molto difficile l'analisi della comprensione di ciò che stesse accadendo. È quindi probabile che le stesse autorità monetarie, resisi conto della gravità della crisi creditizia in atto, stiano al momento decidendo di lasciare gli effetti della stessa si propaghino per far sì che si arrivi al superamento delle problematiche causate. Ciò non significa che non dobbiamo guardarci dalla possibilità di nuovi "interventi a sorpresa", anche se gli stessi risulterebbero immediatamente visibili grazia di uno scostamento dei comportamenti dei mercati da quella che possiamo chiamare "normalità", che è poi ciò cui stiamo assistendo in questi giorni.

Concludo con una nota, riguardante proprio il termine di supposta normalità di comportamento dei mercati finanziari, che ovviamente è un'astrazione, in quanto non esiste una vera e propria normalità di comportamento, anche se si può pensare in termini probabilistici, che sono alla base del nostro mestiere di trader, al fatto che uno scenario abbia o meno un'elevata probabilità di realizzarsi. In questo contesto, ciò cui stiamo assistendo in questi giorni corrisponde allo scenario che qualche settimana fa aveva le più elevate probabilità di verificarsi, come rilevato in queste pagine tra gli scenari proposti nel periodo in cui S&P 500 e Dow Jones raggiungevano i massimi storici. In tal senso si arriva a far riferimento al concetto di "normalità" di comportamento dei mercati finanziari, intesa quindi come il comportamento ritenuto più probabile a priori.

Scusate per la lunghezza dell'analisi di oggi, che si è soffermata anche su aspetti non prettamente tecnici, probabilmente approfittando della festività Usa e del fatto che mentre scrivo i future statunitensi osservano movimenti limitati. Spero con questo di avervi offerto qualche spunto di riflessione e un punto di vista alternativo rispetto alle consuete analisi dei mercati finanziari.