20 settembre, 2007

Yen/Dollaro vs. S&P 500 e i Carry Trade

Molti di coloro che mi hanno scritto dopo il seminario di sabato scorso, insieme ad altri tra il lettori abituali delle mie analisi mi chiedono il motivo per cui tra i crosso valutari segua lo yen/dollaro e non piuttosto l'euro/dollaro, che potrebbe interessarci più da vicino.


Il motivo risiede nel grafico che ho allegato dove ho rappresentato il confronto tra i contratti future scadenza dicembre 2007 jpy/usd (in nero) ed es (s&p 500). Fa impressione rilevare la quasi esatta specularità tra i due strumenti evidenziata dalle linee verticali che ho aggiunto in grigio. Il motivo è l'importanza che ha avuto il fenomeno dei carry trade (definizione in inglese più ccurata), generati dalla politica di bassissimi tassi d'interesse portata avanti dal Giappone che portava gli investitori ad indebitarsi in yen sui mercati nipponici a tassi prossimi allo zero, per poi prestare i soldi sui mercati statunitensi, denominati quindi in dollari, dove i tassi erano molto più elevati.

Come sempre accade questo giochetto ha portato ad eccessi speculativi e coincidentemente con l'inizio della crisi creditizia globale, innescata dai mutui subprime, si è innescata anche una crisi dei carry trade che hanno aggiunto un altro (enorme) problema al panorama esistente.

Ecco quindi, in estrema sintesi, il motivo per cui il cross yen/dollaro ha un andamento (in questo periodo) così speculare rispetto a quello dell'S&P 500 e per cui vale la pena seguirlo.

Nota: se non avete accesso alle quotazioni del future yen/usd quotato al CME, potete usare direttamente il normale cambio yen/dollaro, c'è solo qualche punto di differenza rispetto alle quotazioni del future (e quindi alle mie indicazioni) per via del premio/sconto, ma a parte questo l'andamento è ovviamente identico.