Riassumo velocemente quanto accaduto ieri venerdì 7 settembre, in una giornata che i principali quotidiani hanno presentato nei titoli come venerdì nero.
Come saprete, i forti cali in una giornata che fin dalla mattina aveva mostrato una certa negatività, sono stati innescati dal dato sui nuovi occupati negli Stati Uniti presentato alle 14.30. In particolare, la discesa più marcata e decisa su volumi elevati si era avuta proprio nell'ora che separava i mercati dall'apertura di Wall Street.Come ci ha modo di seguire i miei aggiornamenti in tempo reale via Twitter avrà notato a partire dalle 14.30 ci sono tutti abbattute sui mercati una serie di vendite, che nel caso del nostro fib sono accelerate con il superamento al ribasso dei 39.000, coinciso con la rottura dei minimi del giorno precedente da parte di Eurostoxx 50 e Dax.
Corrispondentemente, il Bund rompeva al rialzo la congestione che durava dal 16 agosto, fattore questo estremamente significativo e lo yen rompeva a sua volta al rialzo, quella che le avevo segnalato durava dal 30 agosto, interna al movimento laterale più ampio successivo all'intervento della fed del 17 agosto scorso.
Gli future sull'indice americani che seguiamo, quindi S&P 500 (ES), Nasdaq 100 (NQ) e Russell 2000 (ER2), hanno tutti contestualmente rotto al ribasso le rispettive aree di congestione segnalate nell'analisi di venerdì mattina, confermando la negatività.
Dopo l'apertura di Wall Street, se da un lato sono mancati i recuperi improvvisi e repentini portati dagli interventi esogeni, cui le banche centrali ci hanno abituato in queste settimane, è anche mancato un deterioramento ulteriore della situazione, malgrado il fatto che gli indici abbiano fatto registrare nuovi ulteriori minimi, dopo le 15.30, si sono mossi sostanzialmente in laterale, , dimostrando quindi accettazione dei nuovi livelli raggiunti e quindi una conferma dei breakdown, anche se il movimento laterale ha mostrato una mancanza di ulteriore convinzione da parte dei venditori, probabilmente legata all'attesa di un eventuale intervento da parte delle autorità monetarie.
C'è tuttavia da registrare, un elemento a mio avviso importante, ossia la rottura al rialzo da parte dello yen di quegli 0,8805, livello segnalato negli aggiornamenti intraday. Anche qui, tuttavia, lo spunto al rialzo è stato in qualche modo frenato, a mio avviso, proprio dalle attese interventi da parte delle autorità monetarie, ciò si evidenzia dalla chiusura avvenuta a 0,8828, poco al di sotto del massimo del 20 agosto posto a 0,8830.
Se da un lato quindi la discesa di ieri dimostra la debolezza strutturale dei mercati dovuta al fatto che la crisi creditizia è tutt'altro che finita e anzi deve probabilmente ancora mostrare i suoi effetti, si è potuta osservare una certa esitazione nei mercati azionari dei movimenti al ribasso, che ha seguito della discesa corrispondente all'uscita del dato sull'occupazione non hanno mostrato un seguito alle vendite iniziali, che si sono quindi concentrate nell'ora precedente l'apertura di Wall Street. Vedremo quindi se a partire da lunedì ci sarà o meno questo seguito.
Nell'analisi di lunedì mattina approfondiremo anche la situazione a livello di trend giornaliero e orario, elementi fondamentali per orientare i nostri giudizi nel corso delle giornate sui mercati. Se infatti da un lato è vero che, a mio avviso, in queste condizioni di continui interventi esogeni gli strumenti di analisi tecnica hanno un'utilità limitata, restano comunque un valido ausilio per guidare i giudizi.
Volevo infine ricordarvi la pubblicazione di un mio articolo sul market profile, tema che ho approfondito e iniziato a utilizzare intensamente nella mia strategia di trading, cui volevo volevo rendervi partecipi dato che le potenzialità di questo strumento sono davvero enormi.