Inizia oggi una settimana che si preannuncia ancora una volta estremamente interessante, come accade da quando è iniziata la crisi creditizia. Se da un lato la gravità della situazione impone continue cautele e un ambiente di trading non propriamente ideale, dall'altro, come già detto più volte, stiamo assistendo alla storia in diretta e ad eventi di una tale eccezionalità che ogni giorno rappresenta un'occasione unica per apprendere e accrescere la propria conoscenza. So benissimo che tutti noi gradiremmo veder crescere anche il nostro conto trading (ad alcuni probabilmente basterebbe veder crescere solo quello), ma sono certo che questo sarà un effetto conseguente e quasi automatico, del nostro bagaglio culturale.
Quindi proseguiamo il nostro percorso di apprendimento, partendo dalla novità introdotta sabato con la nuova analisi settimanale basata sul Market Profile, che consiglio di consultare come riassunto della settimana passata (attendo anche un vostro feedback in merito che potete inviare tramite i neoinseriti commenti sul blog).
L'evento chiave di settimana scorsa, ossia il taglio della fed, ha ricollocato i mercati nei pochissimi minuti che hanno seguito l'annuncio martedì alle 20:15 ora italiana, dato che già dal giorno successivo è iniziata un'azione di consolidamento e ricerca di equilibrio ben visibile sui profili del nostro S&P MIB. Proprio a proposito del nostro indice, è interessante notare come lo stesso abbia sottoperformato tutti gli altri rimanendo ben al di sotto dei massimi del 4 settembre scorso, che sono stati testati solo la mattina di mercoledì sull'euforia post annuncio, mentre gli altri indici azionari da noi seguiti li hanno superati, specialmente quelli statunitensi.
Come sappiamo, da qualche tempo il nostro indice tende ad anticipare il comportamento degli altri, si tratterà di vedere, come sempre, se ciò avverrà anche questa volta. In generale, il consiglio è quello di dare sempre un'occhiata a questo contratto, anche se si seguono altri indici, perché riesce sempre a fornire elementi utili per orientare i nostri giudizi.
In particolare, nella giornata di venerdì, mi ha molto colpito notare come ad ogni rally negli altri indici corrispondesse una risposta molto lenta e tardiva, a volte assente, del nostro indice, ben visibile nella dinamica intraday, ma anche sui grafici daily, come rilevato nell'analisi disabato.
Il dilemma per la settimana che si apre sarà vedere quale dei diversi scenari i mercati azionari decideranno di seguire. I punti che in questo momento attraggono l'attenzione di tutti sono i massimi di luglio, raggiunti prima della discesa e i minimi del 16 Agosto, causati dal primo intervento della fed. Prima o poi i mercati dovranno decidere quale delle due aree testare, anche se dato l'elevato livello di incertezza presente, la lateralità potrebbe caratterizzare i movimenti ancora per molto.
Mi rendo conto di non essere molto d'aiuto, perché le possibilità sono a mio avviso ancora tutte aperte e possibili, d'altronde buona parte del mio approccio si basa proprio sul tentativo di tenersi aperti a qualsiasi sviluppo e possibilità, senza tentare di fare previsioni, ma limitandosi a seguire l'azione dei mercati.
Tento di elencarne i motivi sottesi ai diversi scenari per maggior chiarezza.
1.Il raggiungimento dei massimi è legato ad una fiducia nell'intervento continuo della fed e delle autorità monetarie a sostegno dei mercati, anche se depone a suo sfavore la consapevolezza da parte degli investitori istituzionali dell'entità della crisi creditizia e della sua presenza che resta minacciosa. D'altronde in questi ultimi tre mesi molti gestori di fondi hedge e non si giocano il bonus annuale ed è probabile che sia nel loro pieno interesse riportare i mercati almeno sui max di luglio, proprio appoggiandosi sugli interventi fed & co. per presentare anche ai loro clienti quei rendimenti positivi, o almeno non negativi, che fin qui sono spesso mancati.
2.Il test dei minimi è, invece, legato ad un eventuale prevalere delle ragioni della crisi, paradossalmente evidenziata in tutta la sua gravità proprio dall'entità dell'intervento della federal reserve, che ha fatto comprendere a molti che la siutuazione è appunto tutt'altro che risolta e legata a rischi di recessione nel caso la stessa crisi si espanda in altri settori. Certo il denaro meno caro aiuterà i mercati e questo è ciò che i mercati volevano, come si è visto nell'azione euforica di martedì sera, ma basterà questo intervento a scacciare i fantasmi della crisi? Questo non lo sa nessuno e ci porta al terzo scenario.
3.L'assenza di certezze porta alla lateralità dei mercati. Come abbiamo visto bene negli ultimi giorni, da un lato ci sono le posizioni long che latitano per la paura di un riaccendersi degli effetti della crisi, che dopo i continui interventi, potrebbero essere molto forti, perché basati sulla consapevolezza che nemmeno la fed è riuscità ad arginarli. Dall'altro, come ricordato più volte da queste pagine, chi ha il coraggio di assumere considerevoli posizioni short (don't fight the fed) a fronte dei continui interventi sul (non così) libero mercato, come ricordato anche nell'intervista a Greenspan che vi ho proposto ieri. Ecco quindi che l'eventuale movimento laterale rivelerebbe proprio quell'incertezza di fondo legata proprio agli interventi esogeni, che hanno da un lato impedito agli effetti più gravi di manifestarsi e dall'altro aggiunto incertezze e timori a quelli presenti, portando a quella situazione da motore ingolfato che i mercati potrebbero mostrarci ancora per lungo tempo.