La domanda che tutti si pongono e alla quale nessuno sa dare una risposta è proprio: "Quanto durerà il ribasso?" oppure "Torneremo sui massimi intorno ai 43000 dopo il crollo di febbraio marzo 2007?".
Voglio qui spendere alcune parole che cercano di analizzare oggettivamente la situazione al fine di mettere in guardia su possibili ed eventuali recuperi, che ritengo da un lato possibili, ma che implicano importanti considerazioni laddove si verificheranno.
E' doveroso ricordare come il crollo di settimana scorsa abbia lasciato moltissima offerta sopra i livelli attuali (overhead supply) e un recupero, quando e se avverrà, sarà certamente ostacolato dalla stessa che al momento pesa come un macigno sul mercato. Due i fattori da considerare: tutti i ritardatari, che magari erano entrati intorno ai 43000, sull'ondata di fenomeni emotivi come le copertine dei settimanali inneggianti al rialzo e simili; e, insieme a loro i fondi d'investimento e i fondi pensione, che si ritrovano ad avere in questo momento una performance negativa per l'anno in corso.
In Italia questo è ancor più rilevante laddove da qui a giugno i gestori dei fondi pensione dovranno cercare di convincere il maggior numero di persone possibile a spostare il prorpio TFR presso di loro. Farlo mostrando una performance negativa per l'anno in corso rende certamente il compito più difficile. Certo il potere d'influenza dei fondi italiani sull'andamento dei mercatio internazionali, che come visto si muovono in sincronia globale, è trascurabile. Resta comunque l'effetto sull'offerta che pende sulle nostre teste, dato che anche i fondi stranieri sono nella stessa situazione e molti vorranno liberarsi delle posizioni non appena il mercato permetterà loro di uscire in parità.
Questi effetti peseranno a partire dai 42000 di indice SP MIB (cash - non future), se si considera la close del primo giorno di contrattazione dell'anno posta a 42017, che rappresenta il livello dal quale le posizioni assunte successivamente potranno uscire in parità per l'anno. Dagli attuali livelli a 40500 circa non è difficile portare il mercato solo 1500 punti più in alto, anche grazie all'accresciuta volatilità che ha accompagnato il crollo, per scaricare le posizioni (considerate che dai minimi il mercato è salito circa 600 punti in 2 giorni). Se poi di vero recupero si tratterà sarà possibile vederlo proprio monitorizzando il comportamento dei mercati dall'eventuale raggiungimento dei 42000 in poi.
Consideriamo poi un altro fattore, che peserà fino a venerdì 16 marzo, che è quello della tripla scadenza delle opzioni che avverrà quel giorno. Nessuno poteva prevedere un così elevato numero di put che si sono ritrovate ad essere in the money laddove le stesse erano senza apparente speranza fino alla settimana scorsa. Ogni punto guadagnato al rialzo, sarà quindi preziosissimo per molti operatori finanziari, che sui livelli attuali si ritroverebbero a dover onorare un numero di opzioni elevatissimo.
Tutto questo per dirvi che qualunque sia e sarà l'entità del recupero dobbiamo restare cauti e considerare i fattori elencati sopra, insieme a quello principale rappresentato dai trend, al momento tutti ribassisti. Sappiamo bene, infatti, come l'inversione degli stessi richieda un certo tempo: trends don't turn on a dime.