25 maggio, 2008

Vivere di trading: altre riflessioni

Rispondo volentieri e pubblicamente ad un'email che, tra toni polemici, racchiude degli spunti di riflessione che ritengo utili per tutti.

Tutto scaturisce dal mio post riguardo la possibilità o meno di Vivere di solo Trading contenente dei concetti che ho recentemente ribadito anche durante i miei interventi all'ultimo ITF, argomento verso il quale ho delle ferme convinzioni, essendo uno dei motivi alla base di tutto il lavoro che svolgo su questo sito e nella mia attività di formazione.

Vediamo quindi cosa mi scrive il lettore che purtroppo non si firma (riporto l'email integralmente) e come rispondo io:
>> Ciao
>> Da quanto scrivi si capisce
>>
"E' questa una delle ragioni per cui l'attività di formazione mi piace moltissimo (oltre a fornirmi l'indispensabile flusso di reddito fisso da affiancare a quello variabile e aleatorio del trading)."
>>
>> che come tutti è piu comodo e facile far corsi alla massa che mettere soldi a mercato, apprezzo >> l'onesta con cui lo dici, pero se uno si definisce professionista "dovrebbe" avere un flusso
>> costante e primario dal mercato e non altre vie se no in cosa si è professionisti ?

Purtroppo non è questione di comodità, ma di abbinare due flussi di
reddito come consiglio di fare a chiunque e come, di fatto, fa
chiunque.

Non esiste al mondo un trader che tragga tutti i suoi redditi
esclusivamente dal mercato, basti pensare agli investimenti che si
fanno con i proventi del trading, es. appartamenti in affitto,
obbligazioni et simili per comprendere come sia fondamentale abbinare
flussi di reddito costanti e certi (il più possibile esenti da
rischio) a flussi di reddito aleatori ed incerti (come quelli
provenienti dal trading).
Questo concetto lo ribadisco e continuerò a dirlo all'infinito perché
è fondamentale comprenderne le implicazioni.

Qui non è tanto una questione di essere duri e puri e "fare solo
trading" perché "così si che funziona!", ma la questione è riuscire ad
estrarre in modo sistematico dei soldi dal mercato, nel senso di
riuscire a tirarne fuori più di quelli che vi si lasciano, includendo
nel calcolo TUTTI i costi (dalle commissioni, al PC, alla connessione
a internet e quant'altro).

La mia personale esperienza mi ha portato a comprendere come dal punto
di vista psicologico si ottiene un vantaggio enorme dal semplice fatto
di abbinare dei redditi esenti da rischio all'attività di trading. è
davvero un'arma vincente e ritengo sia stupido rinunciarvi. Ripeto che
in tutta onestà non credo esista una sola persona al mondo che trae
tutti i propri redditi esclusivamente dal trading.
Questa cosa tanto semplice e ovvia sembra essere così ardua da
comprendere che sfugge ai più, me compreso, che prima di capirlo ci ho
dovuto sbattere la faccia contro. Anche da qui nasce la mia attività
di formazione, per evitare che altri cadano nel mio stesso errore. a
me basta sapere che una sola persona che aveva intenzione di lasciare
il proprio lavoro per il trading non l'abbia fatto grazie a me, per
ritenere un successo questa attività.

Detto questo tengo a sottolineare che il mio sito e il lavoro che
svolgo nella formazione è semplicemente un estensione di quello che
faccio sui mercati e serve per portare la mia esperienza al servizio
di altre persone, come ad esempio te che mi scrivi. Qui siamo al cane
che si morde la coda, poiché citi molti passaggi dei miei scritti,
dimostrando che quantomeno ti hanno portato a riflettere, ma se io non
avessi mai iniziato questa attività e mi fossi limitato al trading tu
non avresti probabilmente riflettuto sui temi di cui stiamo parlando nel modo da me sollecitato grazie al mio lavoro di formatore.
>> Anche perche se leggo quanto scritto tempo fa sul blog non trovo nessuna distizione, anzi sembra ci stiamo avvicinando sempre piu a quanto dicevi:
>>
"perché moltissimi trader o presunti tali finiscono con lo scrivere libri, tenere corsi e lezioni, realizzare siti o blog,"
>>
>> che dire, una bella delusione
>> Saluti

Una delle cose che dico sempre, nei miei seminari e non solo, è proprio cercare di comprendere se la persona che si ha davanti (me compreso) sa realmente di cosa parla o meno. Nella mia esperienza e man mano che la mia conoscenza dei mercati si ampliava (basta seguire l'evoluzione degli scritti su questo sito per comprendere pienamente come la stessa si sia evoluta e si stia costantemente evolvendo), mi è capitato di iniziare credendo a tutti quelli che parlavano o scrivevano qualcosa, poi via via che la mia profesionalità cresceva (alla fine è un mestiere come tutti gli altri) mi rendevo conto di chi aveva realmente qualcosa da dire, distinguendolo nettamente da chi aveva ben poco da dire, forse a causa della limitata esperienza che aveva sui mercati.
Quando leggo un libro o partecipo ad un seminario a me interessa che la persona che ho davanti riesca innanzitutto a trasmettermi qualcosa e secondariamente mi pongo il problema di pensare se faccia realmente trading o meno, anche se poi, alla fine mi rendo conto che le persone in grado di trasmettermi qualcosa sono proprio coloro che trading lo fanno veramente e non a caso. Quindi il problema che tu poni è in realtà, a mio avviso, un non problema.

Io probabilmente oggi non sarei un trader professionista (e ribadisco che IO SONO UN TRADER PROFESSINISTA, semplicemente perché questo E' IL MIO LAVORO) se persone come Linda Bradford Raschke, James Dalton, Jesse Livermore non si fossero posti il problema di trasmettere la propria conoscenza ed esperienza sui mercati ad altri, pur essendo trader professionisti tra i più capaci.

Pensiamo ad esempio al Market Profile e ai grafici N tick ed N volume, che solo fino ad un anno fa erano praticamente sconosciuti ai trader privati italiani. Io non pretendo di essere ringraziato per quello che ho fatto, ma è solo grazie al mio impegno come formatore e su questo sito che oggi centinaia di trader italiani stanno utilizzando questi strumenti preziosissimi che erano caduti nel dimenticatoio. E' proprio grazie al mio impegno extra trading che oggi un software come Visual Trader include la possibilità di visualizzare il Market Profile, i grafici N tick ed N volume e recentemente IntesaTrade ha incluso nei propri grafici della piattaforma T3 la visualizzazione del Market Profile, ritenuta oggi e non prima una caratteristica essenziale tanto quanto le candele giapponesi.

Io so di aver contribuito e di star contribuendo all'accrescimento della cultura nel mondo del trading e degli strumenti a disposizione dei trader privati italiani, pensiamo ad esempio al Tape Reading e alla colorazione dei Time and Sales, altra cosa che nel mondo del trading italiano pre - profste non era minimamente considerata e che oggi, molti di voi mi confermano, viene ritenuta utilissima se non addirittura indispensabile.

Tutto questo l'ho fatto affiancando al trading professionale la mia attività di formatore, avendo la fortuna di incontrare sulla mia strada aziende come Trderlink che hanno saputo riconoscere l'importanza delle cose che dicevo e dandomi per questo una fiducia enorme che mi ha lusingato in primo luogo e permesso di fare delle cose di cui oggi stanno godendo moltissime persone che si occupano di trading in Italia. Secondo me tutto questo non è poco, anzi è moltissimo, e non sarebbe MAI accaduto se io mi fossi limitato a fare solo trading. Tutto ciò mi ha poi permesso, magicamente, di affiancare un reddito fisso ai redditi variabili del trading e la mia performance sui mercati ne ha risentito positivamente e io in questo, di nuovo, non ci vedo nulla di male.

E' semplicemente la maniera con cui io riesco a fare trading in modo professionale e se da tutto ciò altre persone riescono a trarre dei vantaggi in termini di conoscenza, ad evitare anche un solo errore tra quelli che io stesso ho commesso, di utilizzare strumenti prima sconosciuti, ritengo di aver fatto e di stare facendo un ottimo lavoro e mi dispiace se tutto quello che riesci a trarre sia solo "una bella delusione".

AGGIORNAMENTO: G.D., una delle persone più straordinarie che abbia conosciuto grazie alla mia attività di formatore (è questo un altro plus di questa attività) mi ha scritto dopo la pubblicazione del post sopra e vi rendo partecipi delle sue considerazioni:
non sono abituato ad abusare del tempo delle persone che come te così generosamente lo mettono a disposizione degli altri ma il contenuto del post "vivere di trading" mi stimola ad aggiungere alcune personali considerazioni: ritengo che il vero motivo per cui una persona dopo essersi avvicinata al trading ed aver anche sperimentato sulla propria pelle quale complessità rappresenti frequentare i mercati finanziari , continua a dedicarvisi, non sono certo i facili (ed improbabili) guadagni sbandierati dai sedicenti guru bensì l'emergere chiaramente che tutte le qualità necessarie al trading: obiettività di giudizio, controllo emozionale, serenità d'animo sono le stesse che aiutano ad avere successo nella vita di tutti i giorni sia nella propria professione che nei rapporti con gli altri, se a questo aggiungiamo il feedback che deriva dal confrontarsi con chi condivide la stessa passione nei corsi di aggiornamente o con l'autore di un libro. il cerchio si chiude.
Fare trading, come dice Lengua nel suo libro, serve a capire se stessi e a migliorarsi, solo dopo aver raggiunto questo obiettivo ed aver sviluppato quello stato mentale definibile come intelligenza intuitiva se ne possono raccogliere i frutti: nel trading come nella vita non esistono scorciatoie.