01 dicembre, 2007

Analisi Settimanale Mercati e Futures - 01 Dicembre 2007

Questa mattina sono un po' di corsa per l'appuntamento che ho con voi tra poco, ma non voglio far mancare l'analisi settimanale tutti coloro che non riusciranno a venirmi a trovare di persona, anche perché questa settimana ci sono degli elementi certamente interessante da puntualizzare insieme.

Iniziamo a vedere quello che è successo su quello che consideriamo il riferimento principale di tutti gli indici azionari che seguiamo da queste pagine: l'S&éP 500 di cui analizziamo il grafico del future corrispondente (ES).


Come si osserva chiaramente, si può da un lato affermare che il movimento al ribasso iniziato dei massimi storici e che, lo ricorderete, aveva come obiettivo naturale i minimi estivi si sia questa settimana interrotto. Essendo, tuttavia, mancato un massimo crescente, che si sarebbe avuto al di sopra dei 1496,5 (massimo del 14 novembre) possiamo ancora classificare il recupero osservato come un ritracciamento nel movimento al ribasso di cui sopra. Certo, specialmente nella giornata di mercoledì il rialzo è stato certamente notevole, ma, come si vede chiaramente anche dall'analisi dei volumi, qualche elemento di cautela è bene mantenerlo.

Se andiamo ora ad analizzare i grafici degli altri indici e future Usa che seguiamo capiremo meglio le ragioni di questo residuo di cautela. Iniziamo con il Nasdaq 100 (NQ) dove, come potete osservare qui sotto il grafico si commenta da solo:


Osserviamo i volumi della giornata di venerdì che hanno eguagliato quelli del recupero di mercoledì siano superiori a quelli della giornata di consolidamento registrata giovedì. Se anche qui prendiamo come riferimento i massimi del 14 novembre a 2100, si può osservare che la chiusura al di sotto degli stessi registrata a 2095 potrebbe portare ad una falsa rottura della congestione che si era sviluppata nell'area compresa tra i minimi poco al di sotto dei 2000. In questo senso il gap al rialzo di mercoledì mattina potrà offrirci un ottimo elemento di giudizio, anche se si può osservare fin da ora che lo stesso gap non è riuscito a portare il mercato con decisione al di fuori della congestione stessa. Se anche qui osserviamo la serie di volumi delle giornate che hanno caratterizzato il recupero, resta inferiore rispetto a quelli della discesa dai massimi in area 2250.

Andiamo ora vedere il Russell 2000 (ER2):

Come si osserva chiaramente anche qui la giornata di ieri è meno rosea del più 0,56% registrato formalmente. Le osservazioni da fare sono analoghe e si tratterà di vedere nei primi giorni della prossima settimana se giovedì e venerdì abbiamo assistito ad un ritracciamento del recupero di mercoledì che quindi proseguirà si spera a quel punto sostenuto da volumi crescenti, ovvero un proseguimento del movimento al ribasso. Sapete bene come da queste pagine non si facciano previsioni, ma ci si limiti a fornire le diverse probabilità agli scenari possibili. Ad esempio, in questo caso, prendendo come riferimento i massimi del 14 novembre a 796,7, il fatto che non siano ancora stati superati dal mercato rende abbastanza ovvio il contesto probabilistico.

Arriviamo al nostro indice e future S&P MIB:



Qui la situazione appare differente, perché in modo simile a quanto osservato sul Nasdaq, possiamo prendere come riferimento la congestione sviluppatasi tra i 37.330 minimi del 21 novembre e i 38.945 massimi del 14 novembre. Osserviamo tra l'altro come il ragionamento in termini probabilistici ci porti a fornire un'importanza crescente ai massimi del 14 novembre quanto più si osserva la loro ricorrenza come punto chiave su gran parte dei grafici in esame.

Nella giornata di mercoledì è mancata una rottura di questa congestione arrivata solo venerdì, anche se questi due giorni sono classificabili come giornate a range contenuto che hanno seguito la forte espansione di range di mercoledì (con un comportamento che definirei da manuale). In particolare, nella giornata di venerdì il breakout non ha permesso al mercato di chiudere al di sopra dei 38.945 e, in generale, i volumi decrescenti delle ultime due sedute non aiutano a far pensare ad una validità della stessa rottura, almeno fino a questo momento.

Ecco allora che in maniera molto chiara si possono determinare i compiti che il mercato si troverà davanti a partire da lunedì. Per quanto riguarda Piazza Affari si tratterà in pratica di vedere se si avrà una conferma della rottura ovvero se prevarrà un rientro nell'area di congestione, che per il principio di inversione verso la media vede nell'area dei 38.000 circa il primo obiettivo naturale e nella base della congestione stessa il successivo. Anche qui, il principio di conservazione del moto dovrebbe aiutarci in modo abbastanza evidente a fornire le probabilità ai diversi scenari che abbiamo tracciato sopra e, a costo di attirare su di noi le critiche di quanti vorrebbero veder espresso un'opinione o una previsione, continuiamo a utilizzare questo metodo che riteniamo essere l'approccio più corretto per un'analisi dei mercati professionale, approccio che spero di riuscire a trasmettere attraverso queste pagine a tutti voi.

Arriviamo quindi ad osservare quanto accaduto sul Dax e sull'Eurostoxx 50, che sono stati gli indici dove si sono osservati i recuperi più decisi


Come si osserva dal grafico sopra riferito al Dax, la giornata di venerdì è, diversamente da quanto avvenuto per gli altri indici, classificabile come proseguimento dei rialzi di mercoledì, ma osservando i volumi questi si sono mantenuti al di sotto dei livelli raggiunti con il deciso rialzo di mercoledì. Anche l'entità dei rialzi su questo indice è palesemente marcata, mentre su quelli analizzati sopra si osserva una qualche forma di incertezza. Tuttavia, se prendiamo come riferimento i massimi del 14 novembre a 7913,5, si osserverà come se da un lato questi sono stati ieri superati, la chiusura a 7897,5 non conferma, per ora, la rottura degli stessi. Volendo essere più precisi il riferimento naturale per Dax è in realtà rappresentato dai massimi del 9 novembre a 7957,5, che per ora non sono stati testati e rappresentano un obiettivo naturale sul quale concentrare la nostra attenzione a partire da lunedì.

Veniamo alle Eurostoxx 50:


Il discorso è molto simile a quello visto per il Dax, anche qui osserviamo i volumi della giornata di venerdì, e sono sostanzialmente invariati rispetto al ritracciamento di giovedì, con le solite considerazioni che ne seguono. Tuttavia, in questo caso siamo davanti all'unico indice che ha chiuso al di sopra dei massimi delle 14 novembre a 4388 ed è questo un fattore che dobbiamo considerare nella visione globale che, come sempre, cerchiamo di mantenere date le fortissime interrelazioni esistenti tra i diversi indici. Nel caso delle Eurostoxx 50 il prossimo obiettivo naturale diventa il massimo del 6 novembre a 4458 e, nei primi giorni della settimana, continueremo a osservare se si confermerà la rottura dei massimi del 14 novembre avvenuta venerdì.

Volevo concludere questa analisi proponendovi il grafico del petrolio e dell'euro/dollaro. Questo perché, come immagino moltissimi di voi avranno pensato, la tentazione di vendere a $ 100 e a $ 1,5 basandosi su ragioni di analisi fondamentale e di psicologia globale è stata certamente molto forte, ne parlavo con un caro amico proprio mercoledì sera. Certo, questo tipo di ipotesi non è certamente basata sull'analisi tecnica, anche se come sempre la stessa può aiutare a calibrare l'entrata. Ebbene, al momento il massimo sul petrolio è registrato a 99,2 e quello sull'euro/dollaro a 1,5.
Iniziando quindi dall'euro/dollaro si osserva come la discesa innescatasi a partire proprio da 1,5 sia al momento classificabile come ritracciamento del rialzo in corso, anche se l'accelerazione al ribasso degli ultimi due giorni porta a considerare come cruciale l'esito del test con l'area di consolidamento precedente in zona 1,46 raggiunta ieri come si osserva chiaramente dal grafico sotto.



Per quanto riguarda invece il petrolio la discesa innescatasi prima del livello psicologico dei $ 100 al barile è stata certamente più marcata e, proprio ieri, si è scesi al di sotto del precedente minimo a $ 90,1 che porterà il mercato a formare certamente un minimo decrescente, che sappiamo essere un primo allarme per un'inversione eventuale del trend giornaliero cosa che sull'euro/dollaro non è affatto avvenuta, essendo l'entità dell'ultimo ribasso ancora contenuta.



Più che per fare investimenti azzardati, che somigliano più a scommesse che non a reali ipotesi su cui lavorare, può essere estremamente utile osservare l'andamento di questi mercati sia a livello didattico sia per il fatto che i loro ultimi ritracciamento sono coincincisi con il recupero dei mercati azionari, cosa che li rende automaticamente interessanti e meritevoli di attenzione.

Spero di aver fornito oggi un quadro sufficientemente ampio ed esaustivo della situazione dei mercati finanziari globali, che ci permetterà di avere una serie di elementi su cui basare i nostri giudizi, che cercheremo come sempre di mantenere il più possibile oggettivi, per formare le nostre ipotesi di lavoro la settimana ventura.

Adesso vi lascio, perché devo correre al seminario dove spero di incontrare molti di voi e aver quindi modo di rivedervi o conoscervi personalmente, tra un mio intervento e l'altro sarò disponibile per rispondere alle vostre domande nella sala dove si fanno le pause (quella con i caffè e i libri per intenderci) in modo da poter approfondire insieme anche i contenuti di questa analisi.