La seduta di ieri ci ha offerto l'occasione per comprendere approfondire alcuni principi importantissimi: quello dell'alternanza tra contrazioni e espansioni di range, quello della dominanza dei trend di ordine superiore e l'importanza dei volumi nell'analisi.
Negli scorsi appuntamenti avevamo sottolineato come i spettacolari recuperi di settimana scorsa sollevassero qualche elemento di cautela poiché avvenuti su volumi relativamente scarsi rispetto a quelli della discesa.
Inoltre, sebbene i trend orari avessero fornito gli allarmi per un eventuale inversione al rialzo questa era venuta a mancare proprio nel momento in cui, nella giornata di lunedì, Dax ed Eurostoxx 50 avevano superato i massimi del 25 gennaio per poi chiudere al di sotto degli stessi non confermando l'inversione di trend sul grafico a 60 minuti.
Nella giornata di ieri poi, il trend è settimanale e giornaliero, ancora saldamente ribassisti, hanno mostrato chiaramente il principio secondo il quale la forza dei trend di ordine superiore è necessariamente maggiore e questo elemento va tenuto presente soprattutto da chi fa trading nei timeframe inferiori, primo fra tutti quello intraday.
Infine, le giornate precedenti l'espansione di range al ribasso osservata ieri avevano mostrato una progressiva contrazione dei range giornalieri, che doveva, come accade sempre, allertarci sui possibili e imminenti movimenti unidirezionali. Quello osservato ieri è stato infatti un classico trend day unidirezionale al ribasso, dove, dopo giorni di operatività swing, era necessario cambiare marcia e utilizzare unicamente una strategia momentum (paradigmi del metodo da me utilizzato di cui avremo modo di parlare nel seminario gratuito del prossimo venerdì) avrete notato come fin dalle prime ore della mattinata i segnali fossero stati molto chiari a partire dalla rottura dei minimi del giorno precedente avvenuta quasi contestualmente su Dax, Stoxx e MIB.
Non posso poi non richiamare ancora una volta la vostra attenzione sull'importanza dell'utilizzo del Bund e della sua monitorizzazione ai fini di conferma o negazione di quanto osservato sugli indici azionari. Abbiamo avuto modo di notare insieme come nelle giornate dei recuperi degli indici osservati settimana scorsa il Bund non avesse confermato tali rialzi, muovendosi per lo più in laterale, sollevando ulteriori elementi di cautela che potevano aiutarci a classificare tali recuperi come ritracciamenti dei trend ribassisti in corso e in qualche modo aiutarci a tenere in considerazione la possibilità di una giornata come quella di ieri. Giornata dove lo stesso Bund, con un comportamento molto diverso da quello tenuto settimana scorsa dove spesso sembrava quasi essere indipendente dai movimenti dei mercati azionari, ha messo a segno una barra rialzista molto decisa, che ha confermato le dinamiche ribassiste osservate sugli indici.
Infine, guardando i rispettivi grafici giornalieri, è doveroso tenere presenti gli obiettivi naturali di questa ripresa di negatività e osservare il comportamento dei mercati se e quando arriveranno in corrispondenza degli stessi. Abbiamo in ordine i minimi del 28 gennaio, che avevano segnato l'inizio dei recuperi di settimana scorsa e quelli del 22 e 23 gennaio, che rappresentano il culmine dei ribassi del mese di gennaio. Questi, lo ripeto, sono gli obiettivi naturali del movimento iniziato ieri e che ha terminato il ritracciamento dei trend ribassisti in corso. Sarà fondamentale trarre il maggior numero di informazioni possibili, nei modi consueti, dalla maniera cui i prezzi approcceranno tali minimi ovvero tenendoci pronti a comprendere i messaggi che i mercati staranno inviandoci se mancheranno di testarli. Corrispondentemente, sarà importante osservare il comportamento del Bund in corrispondenza dei massimi del 22 e 23 gennaio, che risultano al momento molto più vicini di quanto lo siano i corrispondenti minimi degli indici azionari.