09 febbraio, 2008

Trading e Dipendenza


Questo articolo del New York Times riassume perfettamente molta parte dei concetti che costituiscono l'essenza della mia filosofia di trading e di approccio ai mercati.

Lo scritto si concentra su un'aspetto importantissimo del trading, quello della dipendenza, paragonandolo, come io stesso faccio da tempo, alle dipendenze da sostanze stupefacenti. Questo
della dipendenza è un altro degli aspetti troppo spesso trascurati, ma come capirete assolutamente fondamentale.

Posso parlarne per esperienza e vi posso assicurare che ad un certo punto del mio percorso nel trading professionale ho dovuto affrontare questo problema. Immaginate una cosa simile a quella della dipendenza dal gioco tipo videopoker, solo trattando me stesso come un'alcolista o simili (e non esagero) sono riuscito a risolvere questo problema enorme e di cui nessuno o pochissimi parlano.

Si, perché tra le tante problematiche da risolvere e superare nel percorso verso il trading professionale c'è anche questa e vi posso assicurare che non è una cosa semplicissima, ne tantomeno piacevole. Credo sia importante saperlo per poterne riconoscere i sintomi nel momento in cui si presentassero e saper affrontare il problema con decisione, data la gravità ed enormità delle conseguenze possibili, che sono facilmente immaginabili.

Dico sempre che quando entrando in un bar vedete delle persone giocare al videopoker dovete pensare che non sono poi così diverse da noi trader. Una delle differenze tra il trading e il gioco d'azzardo sta nel fatto che quest'ultimo sia completamente casuale laddove nel trading si cerca di spostare le probabilità (anche se di poco) in proprio favore; d'altro canto sono spesso identiche le implicazioni psicologiche, soprattutto in merito alla compulsività, comportamenti autodistruttivi e irrazionali e, appunto, ai meccanismi alla base delle dipendenze.

Fonte Craving the High That Risky Trading Can Bring
JENNY ANDERSON
NYT, February 7, 2008