Dopo aver compreso l'importanza di continuare a fare ciò che si può, dal punto di vista della capitalizzazione, e si sa fare meglio rimaneva sul tavolo un problema, come proseguire?
I fatti ormai li conoscete, raggiunta la perdita massima di 2000 € era d'obbligo fermarsi ed è ciò che diligentemente abbiamo fatto (anche in questo c'è un grande insegnamento, forse il più grande) senza dubbio alcuno e senza discutere. Il trading è anche, forse soprattutto, imparare a perdere, non incaponirsi, saper rispettare i limiti che ci si è posti. In questo, anche se tra mille errori prevalentemente miei, Luca ed io non abbiamo avuto dubbio alcuno e speriamo che il comportamento da noi tenuto costituisca per voi un esempio da seguire, consci come siamo dell'importanza di non discutere i limiti di perdita massima che si sono preventivati e programmati.
Questo anche e soprattutto perché la decisione presa a mente fredda prima che le perdite avvengano realmente è molto diversa da quella che si prenderebbe a caldo e sull'onda dell'emotività che la perdita inevitabilmente provoca.
Detto questo, sappiamo anche come il limite inferiore dei 5200 € non sia stato realmente raggiunto, grazie al mio trade di ieri, anche se il drawdown complessivo durante lo stesso ci aveva portato ben oltre, da qui la decisione di fermarsi con i sistemi. A quel punto, ho pensato, che si potesse utilizzare il poco o nulla rimasto per portare avanti un altro esperimento: quello di un trading a rischio minimo e tendente a zero. In pratica partendo dai 5355 €, saldo di lunedì scorso, cercare di tradare con un budget di perdita massima di 155 € appunto, quindi virtualmente nulla.
Questo mi è venuto in mente, come conseguenza degli accadimenti degli ultimi concitati giorni e per proseguire l'approfondimento scaturito da una domanda postami in uno dei numerosi email ricevuti di commento a questa esperienza. Ricorderete, infatti, come spiegavo che durante tutto il campionato io ho cercato di fare un trading residuale e marginale rispetto al rischio (perdite potenziali) che era prevalentemente impegnato con i sistemi e i loro notevoli drawdown potenziali. Ho sempre cercato quindi di rosicchiare qualche briciola quà e là, sempre limitando il rischio al massimo e, lo ripeto, mantenendolo virtualmente nullo. Dico e ripeto virtualmente, poiché è ovvio che sia impossibile lavorare a rischio zero.
Ho quindi pensato che potrebbe essere utile continuare questo discorso, essenza del metodo profste, che parte da un principio molto semplice: quello della conservazione del proprio patrimonio prima e del capitale operativo poi. Insomma, partendo da un principio opposto rispetto a quello dei sistemi, che hanno bisogno di un'elevatissima capitalizzazione e patrimonio che sorreggano chi li mette in funzione, per permettergli di superare i periodi bui dei drawdown (che abbiamo imparato insieme possono minare i fondamenti psicologici di chi li utilizza) ed evitare le catastrofiche conseguenze, si cerca di fare trading con ciò che si ha e si può utilizzare, poco o tanto che sia.
Chiaramente e tengo a precisarlo, questo esperimento sarà fatto in maniera del tutto residuale e unicamente a scopo didattico, per proseguire il lavoro svolto in questi mesi fornendo a voi tutti un'ulteriore spunto educativo, che segua quello del trading sistematico seguito fin qui. Spero anche sia estremamente chiaro e ovvio che la residualità di questo lavoro sarà dovuta al fatto che io personalmente continuerò a fare trading prevalentemente con i miei conti e capitali personali, piuttosto che con il conto del campionato. Non dimentichiamo, infatti, che il trading è la mia professione, mentre il conto del campionato non è mio, ma mi è stato gentilmente messo a disposizione da Directa (che ringrazio ancora una volta, anche a nome vostro, per l'enorme opportunità didattica e di apprendimento fornitaci). Quindi e molto semplicemente, come la mia famiglia deve continuare ad affrontare le spese quotidiane io devo continuare a dedicarmi prevalentemente a produrre quel reddito che ci consente di vivere. Ciò non toglie che possa residualmente portare avanti il lavoro didattico che l'opportunità del campionato ci offre nei modi specificati.
Ecco quindi che da ieri, si eseguiranno solo quei pochi o tanti trade a rischio virtualmente nullo, avendo come limite inferiore i 5200 € di capitale e i 155 € di perdita massima di cui sopra, limiti che ancora una volta cercherò di rispettare inderogabilmente. Il trading su questo conto avverrà in maniera residuale e del tutto secondaria rispetto al mio trading personale e al lavoro che sto portando avanti con l'Hedge Fund, essendo come sapete in fase di implementazione dei sistemi utilizzati in parte anche durante il campionato con Luca Ronzan e che dal mese di Maggio, quindi tra pochi giorni, inizieremo a far girare con gli asset del fondo stesso.
Chiarisco tutto questo in modo fermo perché, forse prevedibilmente, non sono mancati alcuni, seppur isolati, strascichi polemici sugli ormai (purtroppo tristemente) noti forum e ribadisco come resti personalmente convinto del fatto che tutto il discorso campionati di trading abbia in generale un'utilità discutibile, soprattutto per i veri professionisti del trading (nel mondo istituzionale non ho MAI conosciuto mezza persona che avesse partecipato ad un campionato di trading), anche se non nego che questa mia esperienza sia stata molto utile, soprattutto dal punto di vista didattico, anche se l'approccio tenuto fin dall'inizio non è stato tanto quello della gara in se, ma di mostrare giorno per giorno un trading reale e professionale a voi tutti, come esperienza diretta e pratica che segua quella teorica.
Parlavo proprio ieri con il mio amico Saverio Berlinzani (uno dei pochissimi trader e formatori che opera quotidianamente e realmente sui mercati e non si limita alle chiacchere), trader prima istituzionale e poi privato con esperienza pluridecennale, di questi campionati e lui stesso mi diceva che: "francemente non amomolto questo genere di competizioni dove "o la va o la spacca" quindi alla fine hai gente che rischia tutto se va bene diventa campione e se va male perdi. Io credo che la filosofia di un campionato sia ben diversa da quella dell'investitore (e del trader N.d.R.). Se mettessero come regola che non devi perdere più del 10% di quanto versi inizialmente allora magari si avrebbero rendimenti più veri, ma chi fa il 2000% in tre mesi è perché rischia tutto e di più". Non posso che sottoscrivere quanto affermato da Saverio, attirando, ancora una volta, la vostra attenzione sull'importanza del budget di perdita massima, che ancora una volta viene sottolineato e fissato a priori da un vero professionista, perché è così che si lavora: non bisogna mai pensare ai rendimenti, ma al rischio, perché il trading professionale è controllo del rischio, tutto il resto è residuale e conseguente.
Concludo con i risultati di ieri: