buongiorno e bentrovati.
l'analisi di oggi è un po' lunga, ma è necessario fermarsi ad interpretare al meglio i segnali che in questo momento si accavallano e non sempre in modo coerente.
mentre il petrolio raggiunge i livelli più alti tutti i tempi, ben al di sopra della soglia dei 70 dollari al barile, alimentato soprattutto dalle tensioni per la situazione in iran i mercati statunitensi si scrollano di dosso le preoccupazioni per l'inflazione e festeggiano con rialzi massicci il probabile stop ai rialzi dei tassi da parte dellla federal reserve in un futuro prossimo. nel frattempo però l'oro si riporta stabilmente sopra i 600 dollari l'oncia, facendo rilevare un prezzo record che supera addirittura i 620 dollari.
mai come in questo periodo la borsa e i mercati finanziari sperimentano segnali contrastanti e confusi, che non facilitano il compito di previsione degli investitori. se da un lato vi sono infatti corse a beni rifugio come l'oro, investimento privilegiato in periodi di incertezza sul futuro e sull'inflazione, dall'altro sembra che il problema inflazione sia vicino alla soluzione. tuttavia lo stesso è riacceso dai continui rialzi del prezzo del petrolio, che peseranno sempre più sui bilanci delle nostre famiglie.
l'evento scatenante del rialzo statunitense di ieri è stata la pubblicazione del resoconto di un incontro del Federal Open Market Committee (FOMC), l'ufficio della fed che si occupa di fissare i tassi d'interesse, tenutosi il 27 e 28 marzo scorsi secondo il quale i rialzi dei tassi di interesse usa sono vicini alla fine. da ricordare che finora il FOMC ha rialzato i tassi per 15 volte consecutive, portandoli al 4.75%, dopo aver toccato un minimo dello 0.1% nella primavera del 2004.
il discorso della federal reserve è quindi impostato sulla probabilità che questi rialzi consecutivi siano vicini alla fine. questo perché da un lato la banca centrale americana non vuole soffocare il mercato creditizio, che porterebbe ad una crisi dell'industria, che proprio ora sta mostrando ottimi segni di recupero, dall'altro sembra che l'inflazione usa sia per il momento sotto controllo. da rilevare tuttavia che la data del meeting di quasi un mese fa, è precedente rispetto alle ultime crisi che hanno portato il greggio a superare i 70 dollari al barile.
il mercato usa ha così ieri ignorato il prezzo del petrolio e dell'oro, concentrandosi solo sulle notizie positive e dando luogo ad un rialzo verticale, dopo che il contenuto del meeting è stato reso noto ieri. prima di questo evento gli indici americano erano già in buon rialzo grazie ad una dichiarazione da parte di Janet Yellen, presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco secondo cui il rischio inflazione è solo leggermente al rialzo mentre ci sono maggiori preoccupazioni sull'effetto che ulteriori rialzi dei tassi potrebbero avere sull'economia.
insomma, dopo il previsto e già scontato rialzo che si avrà il 10 maggio, che porterà i tassi usa al 5%, per ulteriori rialzi si dovrà se prevarranno i timori di inflazione o quelli di frenare l'economia usa, che è ora vicina alla piena occupazione. resta infatti predominante la dipendenza delle decisioni della fed dai dati macroeconomici e dal loro potere previsionale sulla crescita economica, l'occupazione e l'inflazione.
nel frattempo i mercati asiatici proseguono il tono positivo impostato dagli usa e il nikkei è al momento in ottimo rialzo, con l'indice a +1.17%.
i futures usa sono anche loro influenzati dalla positività del momento e tutti al rialzo, con il nasdaq future che è ora ad uno strabiliante +0.3%, che prosegue i rialzi altrettanto spettacolari di ieri.
per quanto concerne i mercati europei ieri è stata una giornata abbastanza insignificante con gli indici poco mossi e scambi ridotti, anche perché il forte rialzo statunitense è arrivato dopo la nostra chiusura e deve quindi essere ancora scontato. questo porterà a probabili forti variabilità in apertura, con un altrettanto probabile ampio gap al rialzo.
la situazione a piazza affari al momento è la seguente:
Trend Daily indice S&P MIB:
primario: rialzo
secondario: ribasso (definito, manca conferma)
a differenza tra futures e indice SP MIB è attualmente di circa 600 punti in più per l'indice.
la conferma del trend secondario decrescente ieri non è venuta ed è difficile che arrivi oggi, almeno nelle prime fasi dopo l'apertura, che, come ripeto, sarà molto probabilmente al rialzo. bisognerà vedere poi se il movimento odierno sarà sufficente a definire addirittura un trend secondario al rialzo cosa che avverrebbe con una chiusura sopra i 37210. mentre una chiusura sotto i 36605 confermerebbe il trend secondario al ribasso. d'altro canto i continui cambi di trend secondario ci fanno pensare anche alla possibilità che il mercato sia in congestione e in particolare che la stessa si sia formata a fine febbraio e sia compresa circa tra i livelli del future 36650 e 38050 (per l'indice aggiungere circa 600 punti).
è chiaro quindi che solo un uscita da questi livelli potrà definire meglio cosa accadrà in un prossimo futuro e che fintanto che si resterà all'interno di questi confini la situazione sarà definibile come incerta. se quindi, dopo i rialzi che sconteranno l'euforia usa, si dovesse arrivare ad una conferma del trend secondario decrescente, non necessariamente oggi, con chiusura sotto i 36605, si avrebbe anche un'uscita dalla zona di congestione che dura da quasi due mesi. altrimenti, anche in presenza di una definizione di trend secondario al rialzo, non necessariamente oggi, con chiusura sopra i 37210, si resterebbe comunque nella più ampia zona di movimento laterale, che perdurerà fino a quando l'indice non chiuderà sopra i 38050.
spero di essere stato sufficentemente chiaro ed esauriente, nel tentare di interpretare per voi il panorama assolutamente incerto che abbiamo davanti agli occhi in questi giorni.