Da oltre sei mesi (6 mesi!) continuano imperterriti i rialzi, anche se sugli stessi più volte mi avete sentito esprimere dubbi che, purtroppo, continuano e paradossalmente si fanno sempre più acuti man mano che i rialzi proseguono.
I dubbi portano alla cautela, anche se, grazie all'oggettività del metodo, non impediscono di operare quotidianamente e mantenerli solo a livello di quadro di insieme, che deve sempre guidare la nostra operatività, anche con le notizie fondamentali e macroeconomiche.
A questo proposito, nel discorso di Bernanke di ieri, si è parlato di crisi molto probabilmente finita, anche se ci sono ancora problematiche e ritardi per miglioramenti sul fronte dell'occupazione e in tal senso, come tutti, speriamo davvero che sia così. In tal senso, ho trovato sensata la posizione di Nouriel Roubini che il 23 Agosto scorso parlava della crescente probabilità di una double dip recession della quale dobbiamo tenere altrettanto conto.
Tornando al mercato azionario, i rialzi degli ultimi sei mesi, sembrano mostrare un quadro più che roseo, di crisi ormai alle spalle e, in questo senso, aver rivestito lo storico ruolo anticipatore rispetto all'economia. Tuttavia, i dubbi restano e, man mano che proseguono i rialzi crescono. Crescono in primo luogo perché una sana correzione non potrebbe che confermare e rafforzare il rialzo corrente e il fatto che non ve ne siano state crea a livello tecnico qualche problema di tenuta del trend, ma a parte queste considerazioni, sapete bene come non creda affatto all'analisi tecnica, c'è qualcosa che non quadra.
E' difficile spiegare questo qualcosa, si tratta di una sensazione e nulla di più, ma, abituato a seguire i mercati tutti i giorni costantemente, percepisco delle stranezze, anomalie, che riesco malamente a riportare a parole o nei video di analisi. Stranezze che potremmo, se vogliamo definire come divergenze e, a tal proposito, nella giornata di ieri, martedì 15 Settembre, ho trovato un esempio che può aiutare a chiarire quelle che ho chiamato sensazioni.
Se guardiamo i grafici daily, notiamo come i rialzi di ieri siano avvenuti su volumi crescenti, che, in teoria, confermano gli stessi. Tuttavia, se andiamo ad analizzare ciò che è accaduto in intraday, notiamo qualcosa di veramente strano e preoccupante, poiché non conferma, bensì nega la positività che si potrebbe quindi definire apparente.
Ciò di cui parlo è accaduto tante volte durante questi sei mesi, così tante che molti ci hanno fatto l'abitudine: ho sentito un collega del mondo istituzionale, gestore di masse non indifferenti, parlare addirittura di comportamento "normale" in un bull market, con ribassi ad inizio seduta e poi rialzi per tutta il giorno (parlando della seduta di Wall Street in particolare). Lo stesso collega si è poi prodigato nell'elencazione dei rialzi in percentuale (MAI usare le percentuali!) dei principali mercati azionari, fino a citare quello brasiliano come sensazionale. Insomma, c'erano in lui tutti gli elementi e le euforie e irrazionalità della (mini) bolla speculativa che in qualche modo stiamo vivendo. La cosa non ha potuto far altro che preoccuparmi ulteriormente e il fatto che tali commenti venissero da un gestore istituzionale, che sappiamo bene ormai comportarsi come dei pecoroni, essendo parte di un gregge solo un po' più evoluto del parco buoi.
Tornando a ciò che, lo ripeto, spessissimo si è osservato in queste settimane/mesi di rialzo è questo (un immagine vale più di mille parole, è proprio il caso di dirlo):
A livello intraday i volumi sulle discese sono in aumento, mentre quelli sui rialzi sono in calo. Questo fornisce un totale di volumi in crescita sui grafici giornalieri, nascondendo una situazione ben diversa dalla apparente, con necessarie riflessioni e conseguenti, miei, continui richiami alla cautela che, spesso, potrebbero essere fraintesi a fronte di un mercato che (apparentemente) non fa altro che salire.
Lo ripeto, come da metodo, continuiamo a lavorare nel tempo presente, senza fare previsioni che vadano oltre i prossimi 5-15 minuti, trattando un giorno alla volta e non andando mai a pretendere di sapere cosa accadrà in futuro: è questa la libertà che il metodo ci concede e il vantaggio (uno dei vantaggi) che abbiamo sugli istituzionali, che, invece, qualche previsione devono farla e sono costretti spesso a rimanere investiti o a fare performance anche quando il quadro è tutt'altro che chiaro.