12 ottobre, 2006

profste, elliot e le onde (Elliot Wave Theory)

come promesso, inizia (finalmente) il nuovo percorso del profste trading blog, che, ancora in fase sperimentale, vedrà i post e gli interventi concentrarsi su temi teorici e senza tempo piuttosto che sulle analisi operative a rapida scadenza.

approfitto quindi per proporvi il contenuto di un'intervista che mi hanno fatto due studenti della facoltà di economia all'università statale di milano, per la loro tesi sulla teoria di elliot. in particolare sono stato contattato dai due ragazzi, valentina e federico che saluto, per avere un parere sulla teoria stessa e sulle sue applicazioni.

sperando di fare cosa gradita e in linea con la nuova versione del profste blog vi propongo le mie risposte alle domande che danno un'idea del profste pensiero in merito a questa e anche ad altre teorie molto in voga nel mondo del trading.

Ci piacerebbe avere la tua opinione sulla teoria di Elliott e in particolare se sia una tecnica utilizzata in Italia, e da te,
i motivi per cui la scartate, cosa usate in alternativa o come possa essere migliorata per essere usata con profitto.


la teoria di elliot, come molte altre teorie applicabili al trading operativo (gann, i numeri di fibonacci e molte altre) sono una via di mezzo tra la stregoneria e la scientificità. nel senso che viene data una veste apparentemente scientifica ad un qualcosa che in realtà non è dimostrabile statisticamente con campioni rappresentativi e significativi di dati, ne tantomeno riproducibile in laboratorio o comunque in condizioni adatte a dimostrarne la validità scientifica.

partendo dalla teoria accademica della casualità del comportamento dei prezzi (random walk theory) la quale sostiene che il comportamento dei prezzi è assolutamente imprevedibile e che quindi nessuno può prevederne l'andamento e di conseguenza "battere il mercato" con il trading in modo sistematico e continuativo, tutte le teorie citate tentano di dimostrare il contrario. ossia che l'andamento dei prezzi è in qualche modo prevedibile e che quindi è possibile applicare tecniche di trading che calibrando gli ingressi e le uscite nel mercato (tecniche di timing) cerchino di ottenere dei profitti e di conseguenza "battere il mercato" dimostrando l'intrinseca inesattezza delle teorie accademiche sulla casualità.

elliot con la sua teoria delle onde (elliot wave theory) tenta di prevedere il comportamento dell'andamento dei prezzi in crescita e in discesa, organizzando lo stesso in ondate, simili al comportamento delle onde marine. grazie al tipo di struttura e sequenza delle ondate stesse il trader può in qualche modo prevedere il futuro comportamento dei prezzi e quindi programmare le sue entrate e uscitec dal mercato.

personalmente ritengo che questa, come moltissime altre teorie utilizzate in analisi tecnica, sia fondamentalmente poco affidabile, anche se una sua affidabilità nasce proprio dal fatto che moltissimi trader la utilizzano rendendola una di quelle profezie autoavveranti, come in economia politica accade ad esempio con le aspettative inflazionistiche. ecco quindi che, a prescindere dalle opinioni personali in merito, chi fa trading professionale, ritengo debba necessariamente conoscere questa e tutte le altre teorie più utilizzate e in voga.

un altro aspetto che rende la teoria di elliot sulle onde utile dal punto di vista pratico e anche affascinante risiede nel fatto che la stessa tende a riprodurre in modo, a mio avviso, sufficientemente affidabile (purtroppo anche questa non è altro che un opinione personale basata sull'osservazione empirica e quotidiana del comportamento dei mercati), il comportamento delle vere e proprie ondate che si osservano quando ad esempio il corso di un titolo azionario aumenta o diminuisce. si prenda ad esempio un qualsiasi titolo di società legate al boom della new economy nella seconda metà degli anni 90 e al conseguente crollo avvenuto nel 2000. si potrebbe osservare dal grafico come la crescita sia avvenuta con ondate corrispondenti alle successive entrate sul mercato di diverse categorie di investitori, corrispondenti a diversi e decrescenti gradi di professionalità e informazione degli stessi, fino al climax finale cui è seguito il crollo, che a sua volta ha seguito un andamento interpretabile con le onde elliottiane. ecco quindi come la teoria sia utile per avere un ausilio e, a mio avviso niente di più, tramite la quale interpretare la fase di mercato in cui ci si trova e decidere il proprio intervento sullo stesso. l'intepretazione è utile proprio per il fatto che elliot con le sue onde tende a dare una forma standardizzata al comportamento umano, soprattutto psicologico e in particolare al comportamento delle masse, che a differenza di quello dei singoli è ritenuto facilmente prevedibil e studiabile anche in abito scientifico.

Tenendo conto che Elliott si disinteressa dell'influenza degli avvenimenti politici, sociali ed economici, la sua teoria è da bocciare?come è possibile dimostrarlo?si potrebbe risolvere il problema?

il fatto che la teoria delle onde di elliot non tenga in considerazione l'influenza di elementi esogeni, come quelli da voi citati, risiede nel fatto che tutta l'analisi tecnica, di cui la teoria fa parte, a differenza dell'analisi fondamentale, tende a concentrarsi esclusivamente sull'andamento dei prezzi, ipotizzando che gli stessi e i loro movimenti scontino ovvero incorporino in se, tutti gli elementi, anche e soprattutto psicologici nel senso sopra specificato, e notizie che possano avere un influenza sugli stessi. in altre parole, la mera osservazione dei prezzi permette al trader o all'analista finanzaiario di essere in possesso di tutti gli elementi utili a formulare delle previsioni, partendo dal presupposto che qualsiasi notizia o avvenimento richiederebbe un tempo, dei costi e uno sforzo analitico tali da rendere lo sforzo inutile sia economicamente, sia empiricamente, poiché alla fine del tempo necessario a compiere l'analisi il mercato e i prezzi avrebbero già "digerito" l'avvenimento o l'evento stesso, rendendo obsoleta e quindi inutilizzabile l'analisi stessa.

è perciò una questione di credenze o se si preferisce di gusti, inclinazioni e scelte personali, ci sono trader e investitori che preferiscono questo approccio e sono profittevoli, altri che utilizzando l'analisi fondamentale, basata sullo studio di dati, notizie e quant'altro possa influenzare l'andamento dei prezzi, risultano altrettanto profittevoli. la storia di questi trader e investitori, da warren buffet a paul tudor jones, dimostra in ogni caso l'invalidità della random walk theory, ossia che il mercato può essere battuto sistematicamente e in maniera costante, anche se questo privilegio è riservato a pochissimi tra tutti coloro che si cimentano nell'arena del trading e degli investimenti finanziari.

per approfondire i temi trattati e per una bibliografia di riferimento si può fare riferimento al mio post sui libri di trading che potete trovare qui