22 gennaio, 2008

Lunedì Nero 2008: commento e analisi profste straordinaria

Il crollo delle borse asiatiche ed europee in quello che passerà alla storia come il lunedì nero del 2008 impone una pausa alla sospensione degli aggiornamenti del sito, poiché ritengo sia necessario un commento a caldo di quanto accaduto.

I veri e propri crolli delle piazze finanziarie prima asiatiche e poi europee che si sono susseguiti durante una giornata che vedeva ironicamente i mercati americani chiusi per una festività stanno ancora proseguendo sui mercati asiatici al momento di scrivere (sono le 2:10 di notte) dove il Nikkei sta facendo segnare un -4,67% in seguito ad un gap ribassista in apertura, che segue il bollettino di guerra fatto registrare dalle chiusure europee e dei futures Eurex dove, alle 22, Dax ed Eurostoxx 50 hanno fatto registrare rispettivamente un -7,50% e un -8% da record. Il nostro S&P MIB future grazie alla sua chiusura anticipata alle 17:40 ha perso "solo" il 5,17%.

Dall'altra parte dell'oceano i mercati erano chiusi per il Martin Luther King day, anche se i futures CME che seguiamo da queste pagine erano aperti e hanno registrato crolli in linea con quelli europei, lasciando disegnate sui grafici daily e settimanali delle barre al ribasso a dir poco impressionanti.

Che cos'è accaduto? Nulla di così imprevedibile o meglio, certamente l'entita dei crolli lascia stupito me per primo, che nella mia vita da trader professionista non avevo mai assistito a niente del genere (anche se da mesi vado ripetendo che stiamo assistendo alla storia in diretta e questo è stato certamente uno di quei giorni che ricorderemo per sempre) rendendo questa giornata memorabile sotto il profilo dell'apprendimento, poiché aggiunge un'esperienza di vita sui mercati unica ed estremamente rara.

Quello che mi ha sorpreso è stata la mia reazione, che nello stupore dei numeri di questa estrema negatività, mi ha portato a rivedere l'ultima analisi scritta venerdì scorso quando iniziavo dicendo:
L'estremo pessimismo osservato nella seduta di ieri impone un'analisi del quadro di insieme ancora basata prevalentemente sui grafici settimanali relativi ai sottostanti legati ai contratti future trattati in questa analisi per gli importanti motivi indicati ieri.

Iniziamo dal Dow Jones, che ha con la discesa di ieri definitivamente confermato la negatività ponendosi stabilmente al di sotto dei minimi estivi.

e terminavo notando che:
A livello teorico dopo l'espansione di range osservata ieri ci sarebbe da aspettarsi una barra giornaliera di consolidamento a range limitato, che permette al mercato di determinare un'accettazione dei nuovi livelli. La particolarità del periodo e l'estrema volatilità osservata dall'inizio dell'anno rendono gran parte delle teorie completamente inutilizzabili, imponendo la massima apertura mentale da parte di noi operatori, che ci permette di giudicare la situazione nel modo più oggettivo possibile.

Non mi stancherò mai di ripeterlo, usate al meglio questo periodo unico dal punto di vista didattico per accelerare la vostra curva di apprendimento, mettendo al riparo il vostro capitale.

Sapete bene come odi citare me stesso e non apprezzi coloro che lo fanno, per questo mi scuso con voi, anche se l'eccezionalità del momento mi permette uno strappo alla regola legato al fatto che ritengo ciò che è accaduto, se non certamente prevedibile nella sua eccezionalità, certamente in linea con quanto registrato sui mercati settimana scorsa.

Riassumendo quanto riportato nell'analisi che vi ho proposto venerdì mattina, osservavo come il Dow Jones e l'S&P 500 fossero andati sotto i minimi estivi e ricorderete come per mesi abbia sostenuto l'estrema crucialità di questi obiettivi naturali e di come fosse necessario attendere per vedere come e se si sarebbe arrivati ad un test degli stessi. Accanto a questi eventi che non potevamo sottovalutare c'è stato l'altro accadimento che ne ha confermato la portata direi quasi storica ossia la confermata inversione al rialzo del trend settimanale del Bund. Le conseguenze di questi fattori cruciali si sono viste nel lunedì che passerà alla storia come il lunedì nero del 2008.

Il primo insegnamento da trarre è che, come sempre più spesso accade, essere preparati all'inaspettato e al relativamente poco probabile è un elemento che dobbiamo necessariamente incorporare nelle nostre strategie e questo elemento rende certamente meno utilizzabili gran parte delle teorie che sapete bene io non ami, come ad esempio i ritracciamenti di Fibonacci, Gann, Elliot e tutto quello che spesso viene presentato con un'aurea di scientificità in un settore dove gli accadimenti sono tutto tranne che analizzabil e studiabili con metodi scientifici. Per non parlare degli indicatori e di concetti come l'ipervenduto che ritengo in giornate coem questa abbiano mostrato tutti i loro limiti, insiti nella loro costruzione e arraffazonata teoria che ne costituisce le fondamenta.

Sempre più spesso ci troviamo davanti all'inaspetatto o direi meglio al relativamente inaspettato che coglie di sorpresa solo chi ha una metodologia che lascia spazio all'effetto negativo che possono avere questi eventi, invece che incorporarli nel novero delle possibilità, come approccio che si contrappone a quello che li dismette come outlier ossia eventi altamente improbabili e per questo trascurabili, senza contare che è proprio l'impatto che giornate come questa lasciano sui mercati a renderli cruciali e tutt'altro che trascurabili. Ecco quindi che diventa doveroso dismettere tutta la falsa o presunta scientificità di tanti metodi adottati non solo da trader privati come possiamo essere noi, ma anche da investitori istituzionali ed hedge fund, che si ritrovano a fronteggiare nuovamente perdite legati a eventi ritenuti sulla carta relativamente poco probabili, ma che, come dalla scorsa estate in poi abbiamo avuto modo di osservare, sanno presentarsi anche con una frequenza tutt'altro che sporadica, mettendo in crisi tante teorie sulle quali moltissimi metodi di trading e trading system altamente sofisticati (parlo di quelli messi in piedi da premi nobel e Ph.D. per gli hedge fund, non dei trading system della speranza di cui si sente spesso parlare tra i trader privati) sono stati realizzati.

Detto tutto ciò, l'invito che i mercati ancora una volta ci fanno è proprio quello di incorporare nel nostro metodo di trading tutte le possibilità, evitare di fare previsioni e aspettarsi sempre anche l'inaspettato e il relativamente poco probabile, come un -8% di Eurostoxx 50 in un giorno. Tornare ai metodi di analisi che siano il più semplici e il più oggettivi possibili, come ad esempio la teoria di Dow che da un secolo dimostra la propria validità il cui segreto risiede nell'estrema semplicità e nella pura osservazione dei movimenti di prezzo (allora non c'erano gli indicatori).

Ecco perché nello stupore di quanto visto oggi sui mercati, sono stato molto contento della mia reazione che percepiva quanto stava accadendo come certamente un qualcosa di eccezionale, anche se affatto al di fuori dei confini del possibile. Con questo non voglio assolutamente dire che "io l'avevo detto!" e sapete bene come io mi trovi molto in sintonia con coloro che lo fanno o che non mi riconosca in coloro che fanno previsioni, anche perché il mio metodo di analisi dei mercati poteva certamente ritenere possibile anche un +8% di Eurostoxx 50 oggi, ma sicuramente la probabilità che gli avrei assegnato sarebbe stata inferiore a quella di un -8%. Per questo evito di fare previsioni, limitandomi ad assegnare le diverse probabilità ai diversi scenari possibili e cercando di operare secondo regole basate su questi assunti, essendo sempre pronto a cambiare opinione se le condizioni di fondo mutano e non preoccupandomi di fare previsioni che vadano oltre i prossimi 5 minuti, anche perché lo ritengo innanzitutto impossibile, poi e soprattutto completamente inutile ai fini del trading.

Tengo a precisare che per correttezza intellettuale queste idee non sono mie, ma semplicemente rappresentano la sintesi di ciò che ho imparato da persone che prima di me si sono cimentate con questi temi e tra tutte mi sento di citare Linda Raschke e Nassim Nicholas Taleb e anche, indirettamente, ringraziare per avermi dato la possibilità di arrivare preparato ad un giorno come questo lunedì nero del 2008.

Forse con questa analisi avrò deluso quanti si aspettavano una serie di grafici con l'indicazione di livelli chiave, supporti e resistenze, anche se ho ritenuto doveroso discostarmi per una volta dalle analisi operative che vi propongo tradizionalmente da queste pagine, sapendo che l'eccezionalità dell'evento che abbiamo vissuto mi permette questa divagazione. Ho ritenuto giusto, tuttavia, chiarire alcune cose cui tengo moltissimo e sulle quali è basata gran parte del mio lavoro e della mia vita, che in un mestiere come questo spesso coincidono più di quanto si possa immaginare.

E' passata un'ora da quando ho iniziato a scrivere, ora sono le 3:05 a.m. e il Nikkei ha recuperato qualcosa segnando un -2,97%, ma di queste cose c'è tempo per parlare. Stanotte la straordinarietà dell'analisi e commento che vi ho proposto nel titolo stava proprio nei contenuti della stessa, che spero avrete avuto modo di apprezzare (e se siete arrivati a leggere fin qui devo come minimo ringraziarvi) poiché, lo ripeto, sono temi per me di un'importanza fondamentale.